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I lettori scrivono
From: "asl4 sert" genser@inrete.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: Noi che abbiamo
conosciuto Simone
Date: Tue, 4 Apr 2000 12:48:30 +0200
"Simone gli scriverà: 'Amiamo questa distanza interamente intessuta di amicizia,
perché coloro che non si amano non sono separati'". "Sanno i morti, ciò che
uccidono in noi lasciandoci''. Queste due frasi potrebbero essere due epigrafi che
condensano verità profonde. L'amore come antidoto alla separazione, la morte di un essere
caro come morte di aspetti di chi vive.
Verità che colpiscono, dicevo, e metafora della produzione artistica. Chi scrive, chi
lascia segni del suo passaggio combatte la separazione con l'amore e lascia dietro di sé
tracce più forti della morte stessa. Il percorso di Simone Weil è paradigmatico.
Agnostica ed insieme intrisa di religiosità essenziale, è alla ricerca di un senso
profondo dell'esistenza. Come tutte le ricerche radicali, l'esperienza assume una carica
d'intensità erotica appena dissimulata dalla lettura del Vangelo.
"Nelle pagine scritte da Thibon emerge un forte sentimento per Simone. Egli rammenta
i momenti trascorsi con lei a Marsiglia, quando gli parlava del Vangelo e lui si sentiva
trasportato al punto da perdere la sua dimensione temporale e spaziale."Credo che la
ricerca di verità di Simone Weil sia una testimonianza preziosa in un'epoca come questa,
pervasa da una fretta, una frammentazione e un vuoto di senso che procedono di pari passo
con la perdita di punti di riferimento unitari.
A Tina Cosmai un ringraziamento per avercelo ricordato nella sua bella recensione.
Cordiali saluti.
Dr. Armando Gentilini
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