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From: "Donatella Infante" donatella_infante@libero.it
To: caffeeuropa@caffeeuropa.it
Subject: blair witch project
Date: Tue, 22 Feb 2000 22:05:19 +0100

Ho letto il "fuori dal coro" della lettrice e mi sono piacevolmente sorpresa nel leggere un'interpretazione del film completamente differente dalla mia. The Blair Witch Project non è a mio avviso, o meglio, non vuole essere, un film di orrori mal riusciti, di boschi dai sentieri troppo facili da individuare, di mostri più o meno reali. Non è un film sulla paura, non vuole porci in uno stato d'animo da incubo. E' al contrario un ottimo film sulla realtà filtrata, sull'orrore filtrato dall'obiettivo delle cineprese. Un orrore che non si vede mai, si percepisce solo, si intraguarda da dietro, da lontano.

E' l'orrore quotidiano delle guerre dai bersagli colorati, delle bombe senza sangue, dei gommoni della speranza che arrivano vuoti. Quello che non si vede finisce col non esistere, col non essere vero; come la strega di Blair, frutto di superstizioni bieche o di pura fantasia. Chi sperava di vedere mostri e sangue, chi cercava un overdose di brivido rimane deluso, resta spettatore passivo, forse deluso, non riesce ad interagire con il film.  Solo un documentario potrà sancire che la strega di Blair esiste. Peccato che i tre muoiano nel vano tentativo di filmare l'orrore, dopo un interminabile girare su se stessi, finiscono vittime più o meno consapevoli del loro stesso orrore che proprio perchè senza volto, nè voce incute profonda inquietudine.

 

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