Il veterano racconta
Mike Bongiorno con Bibi David
Articoli collegati
Il veterano racconta
Itinerario/Il Festival in Rete
"Ricordo benissimo la prima volta che presentai il Festival di Sanremo. Era il
1963. In realtà avrei dovuto condurre la manifestazione già nel '55, ma all'ultimo
momento la Rai mi bloccò: ero infatti italoamericano, mentre per presentare lo show ci
voleva un italiano al 100%"
Mike Bongiorno, detentore del record assoluto di conduzioni del Festival di Sanremo
(ben 11, seguito da Baudo con 9) può dirsi certamente uno dei protagonisti storici della
kermesse. Gli abbiamo chiesto di raccontarci i suoi ricordi e le sue opinioni sul futuro
della manifestazione canora.
Bongiorno, lei ha seguito da vicino la nascita, l'evoluzione, e i recenti successi di
Sanremo. Trova che sia molto cambiato nel tempo?
"Sanremo nacque come una manifestazione di carattere esclusivamente nazionale.
Ancora negli anni '60 era del tutto ignota all'estero. Oggi, il Festival è trasmesso in
mondovisione e molti ospiti vengono da oltre frontiera. Non è invece mutato l'interesse
del pubblico, pronto a cogliere ogni sfumatura dell'evento, nè sono diverse l'ansia, la
paura e l'euforia che assalgono i cantanti. Certo, son lontani i tempi in cui Gigliola
Cinquetti, con ingenua freschezza, cantava 'Non ho l'età': oggi tutto deve essere
perfetto, spettacolare, in ossequio alle leggi dell'audience"

Quali sono stati i momenti più belli delle edizioni del Festival da lei condotte?
"Con i Festival degli anni '60 (presentai lo show dal '63 al '67) ottenni enormi
soddisfazioni. Dopo poco tempo nacque 'Rischiatutto', forse il mio programma più
riuscito, che rivoluzionò il genere del gioco a quiz. Mi piacque poi tornare all'Ariston
nel 1997, dopo tanti anni. L'ultima volta che ero salito sul palcoscenico di Sanremo era
stata nel '79, al fianco di Anna Maria Rizzoli. Nell'edizione di tre anni fa mi hanno
divertito l'attenzione data al 'dietro le quinte', i pettegolezzi sulla co-presentatrice
Valeria Marini e la comicità irresistibile di Chiambretti"
Quali sono stati, invece, i momenti più brutti da lei vissuti al Festival?
"Senza dubbio, la morte di Luigi Tenco che si suicidò per esser stato eliminato
dalla gara. Era il 1967. Io presentavo lo show, e ricordo benissimo ogni particolare di
quella tragica serata. Tenco cantò, poi rimase a lungo immobile sul palco. Dovetti
anch'io sollecitarlo ripetutamente ad andarsene. Prima di lasciare l'Ariston disse: 'Dopo
questo, ho finito'. Non capii il senso di quell'affermazione. Qualche ora dopo, appresi
del terribile epilogo."
Quest'anno lei sarà a Sanremo in una veste nuova, quella di presidente della giuria di
qualità...
"Sarà un compito arduo. Dovrò votare sia i big che le nuove proposte, e
attribuirò i premi per il miglior testo, il miglior autore, l'arrangiamento più
riuscito. Ricordo che nel '97, ironia della sorte, era il mio amico Pavarotti a presiedere
la giuria, mentre io presentavo il Festival. Nei panni di conduttore, paradossalmente, mi
sentivo più a mio agio, perchè l'esito della gara non dipendeva in alcun modo da me e
non avevo quella responsabilità."

Quale aspetto di questo Festival di inizio Millennio ritiene più interessante?
"Trovo convincente la scelta dei presentatori, ottimo il connubio fra il comico
Teocoli e il tenore Pavarotti. Ci sono poi, fra i big, artisti straordinari come Morandi e
Masini. Infine, mi pare divertente l'idea di viaggiare con le telecamere nei salotti di
personaggi noti (dal direttore del Tg 5 Mentana al corrispondente Rai dall'America Del
Noce) per seguire a caldo le loro reazioni allo show"
Ritornerebbe a presentare Sanremo?
"Perchè no? Mi piacerebbe, però, anche vedere una donna al timone della
kermesse. Sarebbe adattissima una conduttrice impeccabile come Raffaella Carrà. Staremo a
vedere..."
Articoli collegati
Il veterano racconta
Itinerario/Il Festival in Rete
Vi e' piaciuto questo
articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio Attualita'
|