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Se la confezione prevale sul contenuto

Siegmund Ginzberg


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Ma perché peggiorano? Qualcuno dovrebbe spiegarmelo. I siti Internet dei quotidiani hanno la tendenza a diventare più complicati, confusi, quindi illeggibili. Più colorati, disegnati, articolati, ma meno utilizzabili. L’intento, presumibilmente è l’arricchimento, la corsa al gadget in più. Il risultato, l’impoverimento, al limite dell’inutilità.

Qualche mese fa il sito del britannico The Independent (www.independent.co.uk) era tra i miei preferiti, cliccando su Features o Comments trovavo quasi ogni giorno qualcosa di interessante. Ora è più bello, ma inutilizzabile. Sempre fino a poco fa, le Monde era una meraviglia, si guardava tutto in un attimo, prima ancora che fosse in edicola a Parigi all’una del pomeriggio (l’edizione che arriva nelle edicole in Italia è quella del giorno prima, postdatato). Ora si può guardare la prima in Pdf (www.lemonde.fr/une), lento a caricare ma ancora ragionevole, per un articolo intero bisogna invece avventurarsi nel labirinto di le Monde interactif. Meglio rinunciare se il tempo incalza, per non parlare dell’archivio, divenuto bestialmente complicato anche (anzi, proprio) se si è disposti a pagare.

Sul nuovo, "arricchito" sito di Liberation (www.liberation.fr) volendo si troverebbe anche tutto, ma solo se si è dsposti a mettere a dura prova la propria pazienza. Per Le Figaro niente da fare, se uno non si trova in Francia.

Fra i quotidiani italiani, a Washington potrei comprare il Corriere della sera su carta del giorno stesso, teletrasmesso, per la non modica cifra di 3 dollari (6.000 lire). Per gli altri l’unico modo di vederli freschi è in Rete. Ma l’unico sito decente, cui è possibile accedere in modo accettabile rispetto al giornale in edicola è quello di <la Repubblica> (www.repubblica.it) . Segue Il Sole- 24 ore (www.ilsole24ore.it) . Il Corrierone (www.corriere.it) invece non va proprio.

Su La Stampa (www.lastampa.it) un tempo qualcosa si riusciva a leggere, ora è un’irritante roulette russa: aspettiamo con trepidazione il nuovo portale. Del sito dell’Unità (www.unita.it) il meglio che si può dire è che è ancora inesistente. Quello de Il Foglio (www.ilfoglio.it) non sarebbe male, se solo si potessero leggere facilmente, e non solo con l’armamentario del Pdf, anche gli articoli.

Un modello assoluto per semplicità, chiarezza, nitidezza, e anche pulizia grafica, il sito del parigino International Herald Tribune (www.iht.com). È pure veloce, il che conta molto, perché il tempo e denaro, tanto più in Italia, dove la telefonata urbana si paga e tanto (anche se ora c’è ampia scelta di server gratuiti) a differenza dell’America, dove le urbane sono a forfait. Che ci vuole?, copiate quello piuttosto che arzigogolare, suggerirei, se mi si chiedesse consiglio.

Tra i grandi americani, nella categoria degli imbattibili si colloca il vecchio New York Times (www.nytimes.com). Si può leggere tutto, e in un attimo, purché si abbia l’accortezza di cliccare su "text version". Sezione per sezione, senza nemmeno sporcarsi le mani (i giornali americani su carta sono i più sporchi di inchiostro al mondo), e ora senza più nemmeno dover inventare un indirizzo Usa per accedervi gratis. Prima ancora che te lo consegnino a casa, se uno soffre d’insonnia, e con la possibilità di leggerti gli inserti domenicali (Books o il Magazine) già al sabato, come chi sta a New York.

Segue il Washington Post (www.washingtonpost.com), appena un po’ più pasticciato per svolazzi di estetica grafica (ma basta cliccare "print edition"). Mentre il Los Angeles Times (www.latimes.com/) è di quelli che sono riusciti a peggiorare notevolmente abbellendo il sito. Niente da ridire sul Wall Street Journal (www.interactive.wsj.com), che pur fornendo anche l’intero armamentario di servizio sui mercati in tempo (quasi) reale, consente facilmente la visione degli articoli del giorno, ritrattini compresi. Meglio ancora del più complicatino, ma sempre eccellente Financial Times (www.ft.com). Mentre lascia perplessi Usa Today (www.usatoday.com), dove ti può capitare di trovare qualcosa che ti interessa alle 9 del mattino e non ritrovarla più un paio d’ore dopo.

Trovato quel che interessa, c’è il problema del che farne. Si può leggere in linea. Ma molto più spesso si sente il bisogno di conservarlo per poterci tornare con comodo. Stamparlo è bello, ma voluminoso. Salvarlo è più pratico e veloce. Ma pone il problema di come ritrovarlo (non diversamente dal ritaglio cartaceo, sempre tra i piedi quando non serve e magicamente divenuto introvabile quando ne hai bisogno). la Repubblica, New York Times e Washington Post sono tra quelli che si salvano meglio e più rapidamente. Ti danno anche già un titolo per il file. Per altri (Wall Street) il titolo glie lo devi dare, il che consente il vantaggio della scelta ma ha lo svantaggio della perdita di secondi, che accumulati diventano ore. I più frustranti di tutti sono quelli troppo ingombranti (il tragico Pdf) o quelli traditori, che ti sembra di aver salvato e non riesci più a richiamare. La palma dell’odio del naufrago va agli articoli a "puntate", in tre quattro spezzoni, come nei settimanali Time e Newsweek o addiritura una dozzina come nell’altrimenti eccezionale sito del New York Review of Books (www.nybooks.com) .

 

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