Adesso che
anche Giuliano Ferrara ha scritto che senza uomini come Norberto Bobbio lItalia di
oggi sarebbe stata peggiore, la festa dei suoi novantanni rischia di scivolare verso
il coro di elogi, verso un concerto di congratulazioni, di diventare una celebrazione del
compiacimento generale a una sola dimensione. E perche no? si dira. Visto che,
come non capita cosi spesso, gli italiani hanno qualcuno di cui essere fieri al
punto che anche gli avversari piu cattivi, e cattivisti, non possono evitare di
rendergli omaggio sia pure con qualche riserva, perche preoccuparsi?
Noi allomaggio non ci sottraiamo di sicuro. Questo giornale, il
sottoscritto compreso, lo vuole fare anche aggiungendovi una nota di simpatia, di affetto
e soprattutto di gratitudine per il dialogo che Bobbio ha avuto con i nostri lettori
specialmente negli ultimi dieci anni, durante i quali ha accompagnato con i suoi
ragionamenti, nei momenti alti e in quelli bassi, il cammino sofferto e niente affatto
concluso della sinistra italiana verso mete peraltro ancora incerte.
Ma il coro degli elogi nasconde una insidia, quella della giubilazione
e della archiviazione. Lo sa bene "Bindi" in persona (ormai il nomignolo privato
è stato ufficializzato da un titolo della "Stampa") che in queste circostanze
mette sempre in guardia con il dialetto della sua Torino: "Esageruma nen". Non
esageriamo. E si capisce perche lo fa. Se ti capita di diventare un "grande
vecchio", specialmente se sei una "figura carismatica della cultura" e
magari anche della "sinistra" e, in fin dei conti, "dellintero
paese" il tuo sistema nervoso viene esposto a un rischio molto serio.

e sei abituato agli attacchi duri, anche ai colpi bassi e a quelli
bassissimi, e se hai imparato a pararli da vero spadaccino (come Bobbio indubbiamente è,
dietro quellaria da vecchio, ultra-vecchio lamentoso), quando viene la stagione
delle lodi generalizzate è istintiva una certa diffidente preoccupazione. Un rovente
articolo polemico sai come affrontarlo, ma da una esaltazione scriteriata delle tue doti,
chi mai ti salvera? Se appartieni alla categoria dei "grandi vecchi" gli
imbarazzi piu seri te li provoca la dabbenaggine dei tuoi fan (qualcuno li chiama
"bobbiani", qualcun altro spregiativamente "bobbisti"), specialmente
se hai un carattere difficile e una mentalita molto esigente, come appunto il nostro
festeggiato.
Vogliamo vedere, per esempio, quanti scriveranno, come è stato
gia fatto, che Bobbio è "il Papa laico" degli italiani? In questi casi il
danno è insidioso, liperbole provoca arrabbiature tra i cattolici, fastidio tra gli
avversari, imbarazzo tra i propri cari. Insomma un disastro. Ma non cè solo questa
perturbazione psicologica, cè anche il fatto che la celebrazione dei
novantanni rende quasi irresistibile lidea di un bilancio dellopera del
filosofo, e magari, ahinoi!, di un bilancio politico e morale di una vita. Roba da far
tremare.
Luscita di un meritorio volume riassuntivo del suo pensiero
politico, a cura di Michelangelo Bovero per Einaudi, apparentemente facilita
limpresa, prima o poi inevitabile, ma in realta la rende ancora piu
ardua. Come ricavare una sintesi sistematica da una produzione cosi gigantesca?
Proprio necessario?
Ecco perche, nella circostanza, mi è balenata davanti
lidea di trascurare il tema dei "meriti" di Bobbio e di cogliere
loccasione dei novantanni per parlare dei suoi difetti. Lasciamo dunque stare
per il momento il suo contributo alla teoria democratica, le sue celebri critiche al Pci
di Togliatti, le analisi dei vizi strutturali del marxismo. Trascuriamo assiduita
scientifica ed accademica, rigore e continuita dellimpegno civile, chiarezza
del linguaggio, limpidezza concettuale e tutta la valanga di libri e articoli che hanno
fatto di Bobbio il "grande vecchio" che è e occupiamoci solo dei difetti.
Tento di farne un elenco e mi accorgo che non è poi cosi
difficile, anzi ce nè uno che si impone li riassume tutti: Bobbio è una persona
contraddittoria. Che cosa vuol dire? Che dice e fa cose contrastanti tra loro nella vita
di tutti i giorni come nella teoria e nella politica.
Per esempio: Bobbio è una star dei media, anche se dice peste e corna
(come Giovanni Sartori) delle aberrazioni mediatiche e scandalistiche della politica e dei
giornali. Lo riconoscono per strada anche se esce ormai raramente, il tassista gli chiede
lautografo, se dice una cosa viene riferita, rimbalza in tv, sui giornali. Lo
cercano tutti i giorni per un appello, per un dichiarazione, per salvare i tali o talaltri
archivi, per la guerra la pace, per il Museo egizio a Venaria, contro il Museo egizio a
Venaria.
Lui si lamenta in continuazione ma intanto coltiva il rapporto con i
media in modo piu professionale di una diva. Proprio cosi. Sincero nel
lamentarsi, sincero nel concedersi, anche se con un dosaggio meditato. Sa come si
confeziona una sound-byte, una battuta che diventa slogan sui giornali, quasi come
sapeva fare Pertini, molto meglio di Casini, Veltroni, DAlema, che sui media ci sono
tutti i giorni, e persino di Cossiga, altro professionista della scena. E sa fare anche i
titoli: vedi la celebre "utopia capovolta" dell89. Quando Bobbio disse
poi, Berlusconi in trionfo nel 1994, che la televisione è "naturaliter di
destra", sapeva benissimo di esagerare, eppure ha funzionato. È la sound-byte
.
Esce il "Libro nero sul comunismo". Tutti si aspettano che
lui dica "no, è una operazione propagandistica, la cavalca Berlusconi, vade
retro". E invece il contrario. Il volumone di Courtois ha fatto centro, ecco la
dimostrazione: dovunque il comunismo ha avuto il potere, sono state violenze, tragedie,
massacri. Riecco Bobbio che occupa la scena per qualche settimana.
Il "Corriere della Sera" di Mieli lo accusa di
"tersitismo", ovvero di fare il menagramo antiitaliano? E lui replica: siete
plebei. Di nuovo titoli. La differenza con Cossiga è che quello occupa la scena con
gioia, Bobbio invece lo fa lamentandosi. Ed è sincero in tutti e due i casi, dunque
contraddittorio.

Ma vogliamo sondare il suo "dualismo" (scusate se vi sembra
un eufemismo) anche ai piani alti della teoria e della politica? Ecco qua: Bobbio è
socialista, non cè dubbio, anche se col punto di domanda "Quale
socialismo?". Eppure andatevi a vedere la sua voce "élites, teoria delle"
nel Dizionario di politica e troverete squadernata la sua simpatia per gli elitisti
italiani, Mosca e Pareto. Sono vere tutte e due le facce del suo pensiero.
Come la mettiamo? Dice bene Gustavo Zagrebelsky: Bobbio pensa e insegna
a pensare per dicotomie: pubblico-privato, Stato-societa, liberta-giustizia,
individuale-collettivo. Ma, aggiungo io, fa molto di piu entra in tutte e due i
ruoli della dicotomia, la mantiene aperta, la lascia lavorare, ne prolunga
lesistenza allinfinito. Fa due parti in commedia. E insegna, non a scegliere
luno o laltro degli estremi, ma piuttosto a guardare gli errori di un lato
stando da quellaltro e viceversa.
Guarda la catastrofe del comunismo e del socialismo di Stato dal punto
di vista del liberalismo e dellindividualismo di Hayek e Von Mises. Implacabile. Ma
poi guarda anche le miserie inegualitarie delle societa liberali dal punto di vista
di Marx. E non rinuncia mai al punto di vista opposto.
È un appassionato socialista ma anche un rigoroso liberale e non
rinuncia a nessuna delle due visioni. Se le porta dietro. È come un genitore severo
nelleducazione dei figli, che imponga regole di ferro e punisca la disobbedienza, ma
poi si lamenti se i ragazzi non sono dei ribelli, degli audaci capaci di sfidare
lira del padre (è un esempio puramente teorico, non so proprio se, come padre, si
sia comportato in questo modo. Questo lo dicano Luigi, Andrea e Marco. E la loro madre
Valeria).
Me lo immagino agli esami (non lho mai visto in azione come
insegnante) chiedere allo studente di illustrargli i benefici della democrazia rispetto
agli altri regimi e poi, ascoltate le risposte alla domanda tranello, scaraventargli
addosso la lista lunghissima dei vizi della democrazia: poteri occulti, corruzione, le
promesse non mantenute di liberta, eguaglianza e via recriminando. Mi immagino anche
il tranello opposto: mi parli delle promesse non mantenute della democrazia
Lho visto invece mettere in difficolta gli organizzatori di
un convegno dedicato al liberal-socialismo che è dopotutto, e giustamente, uno dei
modi per definire il suo pensiero politico e quindi ispirato fondamentalmente alle
sue idee. Prese la parola, nellintervento ovviamente piu atteso di tutto
lincontro, per sostenere serenamente che, dopo decenni di sofferta riflessione, era
giunto alla conclusione che il liberal-socialismo "non esiste". Vani i tentativi
di farlo recedere.
Vogliamo andare ancora piu su ai piani alti dei suoi massimi
referenti filosofici? Benissimo, ci troviamo il moralismo trascendentale di Kant, ma se
scaviamo, neanche poi tanto, vediamo che il padre del "dover essere" convive
nella testa di Bobbio con il padre di tutti i "realisti" che è Thomas Hobbes,
autore che gli è non meno caro. E, di conseguenza sulla scena delle vicende politiche, lo
vedrete alternativamente tenere le parti dei rapporti di forza reali contro le ingenue
pretese del "dover essere", ma subito dopo dare addosso a chi non ha alcuna
passione morale e si adagia nella contemplazione dei rapporti di forza.
Hobbes contro Kant anche a proposito della guerra del Kosovo: non
possiamo non essere daccordo con gli americani per i bombardamenti Nato sulla Serbia
(Hobbes). Ma provate a dirgli, come ho fatto, che questo significa allora accettare la
fine di una prospettiva istituzionale universalistica (Kant) per cui il compito di
intervenire tocca in linea di principio allOnu. E lo sentirete arrabbiarsi
perche se non si difende lOnu (Kant) siamo nelle mani della pura forza,
dellImpero, del Leviatano (Hobbes). Ma provate a dirgli che allora non doveva
approvare la guerra della Nato
Ecco perche quando Perry Anderson ha definito
il suo pensiero "un composto chimico instabile", tutto sommato lidea gli
è piaciuta.
Finisco qui con le contraddizioni, anche se la lista dei difetti non vi
sembra abbastanza esauriente e cattiva. Mi fermo anche per unaltra ragione. Non
voglio che al nostro prossimo colloquio Bobbio diventi troppo diplomatico e mi guardi in
cagnesco: "Non mi devo dimenticare che sei anche un giornalista" (dove
"anche" sta, credo, per un apprezzamento). E poi, dopo tutto, oggi è la sua
festa di compleanno. Se poi, invece, parlare dei difetti di Bobbio vi è sembrato un modo
subdolo per illustrare meglio i suoi meriti, questo è un tema che affronteremo
unaltra volta. Auguri.
(Copywright L'Unità)