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"Io antiamericano? E' una strana idea delle relazioni internazionali..."

Alessandro Pizzorno risponde a Joseph LaPalombara

 

Mi dispiace che nel suo intervento su Caffe' Europa di due o tre settimane fa, a proposito del dibattito sulla situazione nel Kossovo, Joe LaPalombara se la sia presa con il mio preteso anti-americanismo, invece che con gli argomenti che avevo sviluppato nel mio pezzo della settimana prima sullo stesso sito, poi stampato, con molti tagli, su "Repubblica".

Certo non sono anti-americano più che non lo siano il 50% e più, di Americani che, più numerosi che gli Europei, erano contro la guerra, o il prof. Kuperman, della Brookings Institution, che in un'intervista ha sostenuto esattamente le stesse posizioni che ho sostenuto io, o altri numerosissimi Americani che non sto a citare, tra cui anche colleghi a Yale del prof. LaPalombara; o, in Italia, persone insospettabili sotto questo riguardo, come Giovanni Sartori o Sergio Romano.

Ma non continuerò, perchè la questione dell'anti-americanismo è una 'red herring', come dicono appunto gli Americani, una "aringa rossastra" che serve solo a sviare il discorso dalle questioni serie. Le quali sono quella della legittimità, o moralità, delle cosiddette ingerenze umanitarie; quella del fallimento di questa ingerenza e dei massacri che ha provocato e che non ci sarebbero stati senza di essa; e quella delle interpretazioni "realista" o invece "idealista" (ma meglio chiamarla "missionaristica") della politica americana nei Balcani.

Della prima ho già trattato a lungo nell'articolo citato prima, e che sarà presto pubblicato su "Reset", e non mette conto ritornarci. Quindi delle altre due.

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1. "Nato bombing sparked butchery" intitolava il New York Times un servizio dal Kossovo di qualche giorno fa,, nel quale veniva messo in evidenza come furono i bombardamenti Nato su Belgrado a suscitare la pulizia etnica. E l'Economist del 12 giugno 1999: "no more than 2,000-3,000 had died in the province (Kossovo) before the bombing began, quite a few at the hands of the Kossovo guerrillas". Mentre i morti (naturalmente soprattutto Albanesi, ma anche Serbi, neanche un Occidentale) dopo l'inizio dell'ingerenza umanitaria (durante le 11 settimane della quale sulla Jugoslavia è stato gettato più esplosivo che durante qualsiasi altre 11 settimane della storia) si calcolano intorno ai 100.000.

Clinton ha dichiarato che quando hanno iniziato i bombardamenti pensavano sarebbe bastata una settimana per far finire tutto. Si potrebbe scegliere di esclamare: "oh! santa ingenuità", o invece: "oh! criminale incompetenza". Ma ci si deve chiedere piuttosto perchè mai Clinton lo abbia dichiarato, o abbiano deciso di lasciarglielo dichiarare (poichè una dichiarazione come questa, che ha esposto cosi palesemente l'incompetenza della politica americana, non può non esser stata fatta senza consultare qualche esperto incaricato di curare l'immagine della Presidenza). E la risposta è che dopo aver constatato l'entità del disastro provocato da quelle 11 settimane, il confessare che non l'avevano previsto era inteso come un modo, pur lamentevole, di farsi perdonare (ma da chi, ormai?).

Considerati questi fatti, farei a LaPalombara, e ad altri che la pensano come lui, le seguenti domande (e lasci perdere l'anti-americanismo):

a) fu in nome di un principio umanitaro che non si volle coinvolgere la Russia sin dall'inizio, alle trattative di Rambouillet, mentre si è stati costretti a farlo dopo la morte di 100.000 persone?

b) fu in nome di un principio umanitario che a Rambouillet si volle obbligare la Serbia a fare entrare liberamente le truppe Nato (si badi, non ONU) sul suo territorio, mentre non lo si è più ritenuto necessario dopo la morte di 100.000 persone (e lo stesso per quanto riguarda la facoltà ai Kossovari di votare l'indipendenza dopo tre anni)?

c) fu in nome di un principio umanitario che si è insistito a far occupare il Kossovo da truppe Nato, invece che da truppe di altre nazioni (magari anche musulmane) che non avessero partecipato alla guerra, sotto l'egida ONU? Quanti di quei 100.000 morti sarebbero potuti rimanere vivi proponendo questo semplice espediente?

d) fu in nome di un principio umanitario che si è continuato a bombardare, anzi a intensificare i bombardamenti, quando i Serbi e la Russia e la Cina chiedevano almeno che si sospendessero per poter iniziare subito a trattare? E si continuò anche durante le trattative. Quante sono state le uccisioni umanitarie durante quei giorni di rinvio?

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2. La Palombara riconosce che le "cosiddette guerre giuste" possano anche tener conto di particolari interessi nazionali (non dice quali fossero questa volta), ma mi accusa di vedere solo il caso degli Stati Uniti. Per nulla, anzi, ritengo che le nazioni europee si siano comportate in maniera ancor più ambigua. La vera dinamica che ha condotto a questa mostruosa guerra, all'incompetente e mal calcolato intervento americano, all'impotente e poi sottomesso muoversi degli Europei, al fanatico estremismo dei Britannici, è ancora troppo difficile da ricostruire. Conosciamo troppo poco di come si sono mossi gli attori dietro le quinte. Possiamo per ora tracciare soltanto qualche linea grossolana.

L'interesse tedesco nel riconoscere troppo presto l'indipendenza della Croazia (in nome di una Realpolitik tedesca tradizionale), che ha reso impossibile un processo meno cruento di scioglimento della Jugoslavia, con tutti i disastri e pulizie etniche che ne sono seguiti, compreso quello del Kossovo. L'interesse americano a"tenere" in prima persona i confini dell'impero e quindi a rafforzare la Nato, come strumento potente in suo controllo, anche per parare a una possibille futura autonomia militare europea. L'interesse britannico a giocare all'alleato privilegiato degli Stati Uniti in questioni militari, per bilanciare la sua inferiorità economica nei confronti della Germania e della Francia. Il timore dei governi di sinistra, soprattutto italiano e tedesco, di farsi cogliere in peccato di anti-americanismo, non avendo i partiti oggi al potere la coscienza del tutto pulita sull'argomento. E poi l'interesse dell' Uck a sbarazzarsi di Rugova e ad acquisire gli aiuti americani, lanciando la guerriglia, che Rugova aveva avvertito avrebbe condotto alla catastrofe, come poi fu. Tutto questo ha contribuito al disastro umanitario.

LaPalombara ha una strana idea dell'analisi delle relazioni internazionali se pensa che io "dò la colpa" agli Stati Uniti di mirare ai loro interessi contro la Jugoslavia, o contro la Russia o l'Europa o altri. Non esistono "colpe" nella politica estera degli Stati (o, se mai esistessero, sarebbe pretenzioso e vano da parte di intellettuali impotenti volerle attribuire a questo o a quello). Esiste però ipocrisia nel voler mascherare i propri interessi allegando fini umanitari o di "guerra giusta", e mirare ad acquisire consenso con questa contraffazione dei propositi. Che è allora dovere degli intellettuali, europei o americani o apolidi che siano, per quel pochissimo che possono, smascherare.

 

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