Prendiamo ad esempio la sua affermazione che le notizie
che riguardano i Balcani vengano filtrate dai servizi segreti statunitensi. Se questa
gravissima accusa fosse vera provocherebbe unesplosione politica negli Stati Uniti.
Che una simile affermazione sia falsa ed evidentemente assurda, Pizzorno dovrebbe saperlo
meglio della maggior parte degli europei, avendo lui vissuto negli Stati Uniti e avendo
insegnato presso una delle piu prestigiose universita americane: quanto a
liberta di stampa e a qualita del giornalismo di inchiesta, i mass media
americani hanno raggiunto uno standard talmente alto da essere raramente emulato nel resto
del mondo.
Pizzorno sostiene inoltre che gli Stati Uniti, in quanto potenza
imperialista, vogliano mantenere sia le Nazioni Unite che lEuropa in una condizione
di debolezza. Ma quali prove porta a sostegno di questa affermazione? Nel caso delle
Nazioni Unite, la prova non potrebbe essere piu inconsistente. Gli Stati Uniti,
osserva Pizzorno, continuano ad essere in ritardo col pagamento dei debiti contratti con
le Nazioni Unite. Tanto per cominciare, gli Stati Uniti sono sempre stati la principale
fonte di sostegno economico delle Nazioni Unite. Inoltre e risaputo, in Europa come
negli Stati Uniti, che molte delle carenze di quellorganizzazione derivano non
gia dalla mancanza di fondi ma piuttosto dalleccesso di quattrini da
sperperare.
Per quanto riguarda il rifiuto degli Stati Uniti di mettere le sue
truppe nei Balcani o in qualsiasi altro luogo sotto il comando diretto delle Nazioni Unite
invece che della NATO, ci sono ragioni politiche e militari dietro questa decisione.
Ce anche da chiedersi se Pizzorno sarebbe disposto ad accettare
uningerenza delle Nazioni Unite se il grosso delle truppe a rischio nei Balcani
fosse italiano invece che americano. Si potrebbe anche aggiungere che la decisione di
bypassare le Nazioni Unite e stata presa liberamente dalla NATO stessa , e non
imposta agli altri membri dagli Stati Uniti.
Tuttavia Pizzorno ritiene che gli Stati Uniti vogliano tenere
lEuropa in una condizione di debolezza e forse anche scoraggiare quella maggiore
presenza europea negli affari internazionali che potrebbe derivare da unulteriore
integrazione europea. A sostegno di questa affermazione, Pizzorno dice che , oltre un anno
fa, gli Stati Uniti hanno risposto favorevolmente alla richiesta europea di intervenire
militarmente nei Balcani. Una simile occasione di mantenere lEuropa in posizione
supina non poteva andare perduta. Cosi come la vede Pizzorno, gli Stati Uniti,
comunque si muovano, sono destinati ad essere bersaglio di critica.
E assai possibile, come avverte Pizzorno, che le cosiddette
guerre giuste, razionalizzate (giustificate) sulla base dei loro scopi umanitari, possano
anche tenere conto di altri e piu particolari interessi nazionali. Sarebbe
percio stupido non considerare questa possibilita nel caso del conflitto nei
Balcani. Cio non toglie che sia molto strano come, a questo proposito, Pizzorno si
concentri solo sugli Stati Uniti. Non si fa cenno a quali potrebbero essere gli interessi
europei nei Balcani , al di la di quelli umanitari. Eppure i Balcani si trovano nel
cortile di casa dellEuropa, mentre rimangono a grande distanza dalle coste degli
Stati Uniti. Sarebbe dunque corretto domandarsi perche mai lEuropa abbia
chiesto lintervento americano.
Il 24 maggio il New York Times ha pubblicato lopinione del
presidente Clinton nella quale afferma che quella contro la Serbia è una guerra giusta e
che, secondo lui, la NATO è piu unita nella sua opposizione a Milosevic oggi di
quanto non lo fosse due mesi fa. Si puo non essere daccordo con Clinton, e
immagino che Pizzorno non lo sia, ma per chi di noi, come Pizzorno, appartiene alla
generazione che un tempo se le dovuta vedere con Hitler e i suoi alleati,
e agghiacciante scoprire che Pizzorno e riuscito ad affiancare, anche solo da
lontano, gli Stati Uniti o la NATO allo slogan dei campi di concentramento nazisti
"Arbeit macht frei!" Credo che sbagli nel ritenere che siano in molti in Europa
ad essere daccordo con lui su questo punto.
(Traduzione di Paola Casella)