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LaPalombara: "Pizzorno? Un'animosita' che non gli fa onore"

Joseph LaPalombara


L’articolo di Alessandro Pizzorno apparso recentemente su Caffe’ Europa e prima ancora su La Repubblica mi e’ sembrato un tentativo onesto ma profondamente errato di far luce sulla terribile situazione dei Balcani, il cui principale tallone d’Achille e’ costituito dal fatto che Pizzorno si lancia in alcune asserzioni senza fornire alcun sostegno fattuale, dando anche prova di un’animosita’ nei confronti degli Stati Uniti che e’ tipica degli intellettuali europei di sinistra, ma che non fa onore a un sociologo della statura internazionale di Pizzorno.

Prendiamo ad esempio la sua affermazione che le notizie che riguardano i Balcani vengano filtrate dai servizi segreti statunitensi. Se questa gravissima accusa fosse vera provocherebbe un’esplosione politica negli Stati Uniti. Che una simile affermazione sia falsa ed evidentemente assurda, Pizzorno dovrebbe saperlo meglio della maggior parte degli europei, avendo lui vissuto negli Stati Uniti e avendo insegnato presso una delle piu’ prestigiose universita’ americane: quanto a liberta’ di stampa e a qualita’ del giornalismo di inchiesta, i mass media americani hanno raggiunto uno standard talmente alto da essere raramente emulato nel resto del mondo.

Pizzorno sostiene inoltre che gli Stati Uniti, in quanto potenza imperialista, vogliano mantenere sia le Nazioni Unite che l’Europa in una condizione di debolezza. Ma quali prove porta a sostegno di questa affermazione? Nel caso delle Nazioni Unite, la prova non potrebbe essere piu’ inconsistente. Gli Stati Uniti, osserva Pizzorno, continuano ad essere in ritardo col pagamento dei debiti contratti con le Nazioni Unite. Tanto per cominciare, gli Stati Uniti sono sempre stati la principale fonte di sostegno economico delle Nazioni Unite. Inoltre e’ risaputo, in Europa come negli Stati Uniti, che molte delle carenze di quell’organizzazione derivano non gia’ dalla mancanza di fondi ma piuttosto dall’eccesso di quattrini da sperperare.

Per quanto riguarda il rifiuto degli Stati Uniti di mettere le sue truppe nei Balcani o in qualsiasi altro luogo sotto il comando diretto delle Nazioni Unite invece che della NATO, ci sono ragioni politiche e militari dietro questa decisione. C’e’ anche da chiedersi se Pizzorno sarebbe disposto ad accettare un’ingerenza delle Nazioni Unite se il grosso delle truppe a rischio nei Balcani fosse italiano invece che americano. Si potrebbe anche aggiungere che la decisione di bypassare le Nazioni Unite e’ stata presa liberamente dalla NATO stessa , e non imposta agli altri membri dagli Stati Uniti.

Tuttavia Pizzorno ritiene che gli Stati Uniti vogliano tenere l’Europa in una condizione di debolezza e forse anche scoraggiare quella maggiore presenza europea negli affari internazionali che potrebbe derivare da un’ulteriore integrazione europea. A sostegno di questa affermazione, Pizzorno dice che , oltre un anno fa, gli Stati Uniti hanno risposto favorevolmente alla richiesta europea di intervenire militarmente nei Balcani. Una simile occasione di mantenere l’Europa in posizione supina non poteva andare perduta. Cosi’ come la vede Pizzorno, gli Stati Uniti, comunque si muovano, sono destinati ad essere bersaglio di critica.

E’ assai possibile, come avverte Pizzorno, che le cosiddette guerre giuste, razionalizzate (giustificate) sulla base dei loro scopi umanitari, possano anche tenere conto di altri e piu’ particolari interessi nazionali. Sarebbe percio’ stupido non considerare questa possibilita’ nel caso del conflitto nei Balcani. Cio’ non toglie che sia molto strano come, a questo proposito, Pizzorno si concentri solo sugli Stati Uniti. Non si fa cenno a quali potrebbero essere gli interessi europei nei Balcani , al di la’ di quelli umanitari. Eppure i Balcani si trovano nel cortile di casa dell’Europa, mentre rimangono a grande distanza dalle coste degli Stati Uniti. Sarebbe dunque corretto domandarsi perche’ mai l’Europa abbia chiesto l’intervento americano.

Il 24 maggio il New York Times ha pubblicato l’opinione del presidente Clinton nella quale afferma che quella contro la Serbia è una guerra giusta e che, secondo lui, la NATO è piu’ unita nella sua opposizione a Milosevic oggi di quanto non lo fosse due mesi fa. Si puo’ non essere d’accordo con Clinton, e immagino che Pizzorno non lo sia, ma per chi di noi, come Pizzorno, appartiene alla generazione che un tempo se l’e’ dovuta vedere con Hitler e i suoi alleati, e’ agghiacciante scoprire che Pizzorno e’ riuscito ad affiancare, anche solo da lontano, gli Stati Uniti o la NATO allo slogan dei campi di concentramento nazisti "Arbeit macht frei!" Credo che sbagli nel ritenere che siano in molti in Europa ad essere d’accordo con lui su questo punto.

(Traduzione di Paola Casella)

 

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