Caffe' Europa
 
Attualita'


Quattro fasi: prima i sani poi i malati

C. G.

 

 

Articoli collegati:
Cavie umane/Per un milione mi mangio un rospo
Provette più veloci
Comitati etici contro abusi e sconti
Quattro fasi: prima i sani poi i malati
Prova dal vero: Andrea ed Emanuele reclutati da una clinica Svizzera
Test sugli animali: 51 centri in Lombardia


Questo servizio e' apparso su "Terre di mezzo", giornale di strada in vendita a Milano, Roma, Genova, Padova e Udine. Per chi volesse maggiori informazioni migi.tdm@flashnet.it


“Se c’è una cosa che non manca, sono i volontari sani: i primi ad offrirsi per la sperimentazione siamo proprio noi ricercatori. L’ho fatto anch’io”. La dottoressa Sonia Del Mastro mi riceve nell’avveniristica sede del Diti, Dipartimento di ricerca biologica e tecnologica dell’Ospedale S.Raffalele di Milano. E’ lei che coordina la sperimentazione clinica del San Raffaele, che è un Ircss, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Dal Mastro è il capo dei medici che qua si occupano di “cavie” umane.
I volontari sani schedati nell’archivio della Dal Mastro sono un centinaio. “Abbastanza per il nostro lavoro, ma non molti -confessa la dottoressa-. Abbiamo poche industrie farmaceutiche nazionali; e le nuove molecole vengono sperimentate in Paesi con una legislazione più elsatica”.
La sperimentazione clinica consta di quattro fasi: nella prima sono coinvolti volontari sani; nelle tre successive la sostanza è somministrata a volontari malati, per provarne l’efficacia.

Quanti siano gli istituti che fanno sperimentazione in Italia non lo sa nessuno. Infatti, ripetono al Ministero della Sanità, ogni istituto, pubblico o privato, è abilitato per legge. Di certo fanno sperimentazione clinica i 31 Ircss italiani; e tra questi il S.Raffaele dove, il 60 per cento della ricerca, è farmacologica.
“Per la sperimentazione su volontari sani abbiamo un apposito mini-reparto con sei letti -spiega Sonia Dal Mastro”.
Gli studi sui volontari sani sono in gran parte di farmacocinetica: si somministra la medicina e si fanno una serie di prelievi successivi, per vedere come la sostanza venga assorbita dal sangue. Oppure si somministra un medicinale noto con una nuova posologia: fino ad ora si prendeva per via venosa? Vediamo che effetto fa per bocca. “Facciamo spesso studi comparativi per capire meglio una patologia -spiega Del Mastro-: controllando le reazioni sia nella persona sana che nel malato”.


Articoli collegati:
Cavie umane/Per un milione mi mangio un rospo
Provette più veloci
Comitati etici contro abusi e sconti
Quattro fasi: prima i sani poi i malati
Prova dal vero: Andrea ed Emanuele reclutati da una clinica Svizzera
Test sugli animali: 51 centri in Lombardia

 


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier |Reset Online |Libri |Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media |Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo