Caffe' Europa
Attualita'



I lettori scrivono

 

Da: Silvia Pistola  
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Data: Domenica, 17 settembre 2000 15:46
Oggetto: Pena di morte

La mattina del 15 settembre mi sono svegliata presto e aprendo la finestra un'aria tiepida e avvolgente è entrata nella mia camera. Ho fatto un lungo respiro, mi sono fermata a guardare la luce dell'alba, felice di esserci e di vivere in un mondo "sereno".

Ma i miei sogni mattutini sono crollati appena dalla televisione ho saputo della morte di quel giovane di nome Barnabei, accusato di aver ucciso la fidanzata e per questo condannato a morte. Ma da chi è stato condannato a morte se non da NOI? Tutti siamo miseramente colpevoli della sua morte e di quelle che avverranno in futuro: un uomo è stato ucciso e la vendetta ha coperto di sangue non solo il volto del condannato ma anche quello di colui che si disperava per la perdita del proprio caro.

Ora vorrei essere accanto ai genitori della ragazza forse uccisa da Barnabei: non credo che la loro vita sia migliorata, non credo che il ricordo della figlia persa tragicamente possa essere compensato da quello di aver giustiziato il presunto omicida. Perché noi uomini siamo tutti uguali e se possiamo giudicare l'operato di un altro uomo, non possiamo però decidere della morte di colui che si è macchiato di un'azione gravissima. Invece di cercare di far capire gli sbagli, di mostrare quanto sia bello vivere l'uno accanto all'altro, in nome del rispetto e dell'aiuto reciproco, NOI FACCIAMO GIUSTIZIA CON LA MORTE e con questo si dimostra che l'uomo continuerà ad uccidere, fino a quando non si capirà che l'arma della morte è sbagliata, in qualsiasi circostanza.

Ma il volere giustizia con morte per morte andrà avanti se la nostra società continuerà a camminare verso un mondo dove denaro-successo-potere sono le parole chiave del vivere quotidiano. Oggi le persone continuano a morire da sole negli appartamenti delle grandi città e il numero dei suicidi aumenta; nascono mini-show su vicende macabre, come quelle dei dead man walking e non si parla dei sentimenti della gente, della nostra società e delle regole non scritte che esistono da sempre. Sui giornali si leggono storie di uomini fortunati, perché ricchi e di successo, ma non si parla di quanto ci sarebbe da fare per vivere TUTTI meglio, senza essere oppressi da patologie nervose, gelosie ed invidie. Io non riesco più a leggere: parole incomprensibili raccontano di strani mercati e di borse non più da viaggio. Ma dov'è la pagina della "vita reale"?

Questa mattina sono tornata a letto a sognare. Ma domani non voglio più farlo.


Silvia Pistola



Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui

Archivio Attualita'

 


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier |Reset Online |Libri |Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media |Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo