Il male oscuro L.G.
Scritto di getto, su consiglio dello psicoanalista Nicola Perrotti, in soli due mesi nel 1961 e successivamente sottoposto a un lungo lavoro di rielaborazione durato fino alla fine del 1963, Il male oscuro rappresenta il ritorno di Berto alla letteratura e al successo dopo un lungo silenzio.
Il titolo tratto dalla "Cognizione del dolore" di Carlo Emilio Gadda, ha reso famosa la locuzione gaddiana, trasformandola in autentico topos. Il romanzo racconta la tormentata vicenda autobiografica dell'autore, la sua lunga lotta col padre, la sua identificazione con esso. L' ingombrante presenza del severo maresciallo defunto diverra' per Berto pesecutoria, ossessiva, minacciosa.
Peculiarissimo e' lo stile narrativo, un incessante, ansimante fluire senza punti ne' virgole che fece subito parlare di flusso di coscienza alla Joyce. In realta', spieghera' lo stesso autore, si tratta di libere associazioni, condotte come si farebbe durante una seduta psicoanalitica, senza seguire un rigoroso percorso cronologico ma con grossi sbalzi temporali. Berto ripercorre i ricordi della sua vita passata, cui motivo dominante e' il senso di colpa, che gli provoca crisi di angoscia, attacchi di panico, disturbi psicosomatici, fino all'incontro con lo psicoanalista che lo guidera' in un difficile percorso di rilettura del passato in chiave salvifica e non piu' autodistruttiva.
L'ironia caratterizza le pagine de "Il male oscuro", Berto ride e ci fa ridere di se' e delle proprie disgrazie, ma l'amarezza resta in fondo ad ogni frase. Ancora oggi il romanzo riletto attentamente offre interessanti spunti di riflessione. e' il primo vero e proprio romanzo psicoanalitico italiano, e se irride la disciplina freudiana, la fa anche conoscere in anni in cui essa era pressoche' ignota non solo al grosso pubblico ma anche a gran parte degli intellettuali. Il male oscuro e' probabilmente il piu' attuale dei romanzi di Giuseppe Berto.
Ancora sul lettino con Berto
Biografia
Il male oscuro
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