L'aumento delle detrazioni fiscali sulla prima casa e' accolto dalla stampa
come un segnale della volonta' governativa di allentare la pressione
tributaria, per rilanciare lo sviluppo. Ma resta l'incognita delle
agitazioni sindacali: ieri i tassisti hanno gettato nel caos il centro di
Roma, e gli scioperi continuano.
Netta priorita' al fisco nelle aperture. Quasi uguali i titoli di
"Repubblica" ("Sconti sulla prima casa") e della "Stampa" ("Prima casa,
c'e' lo sconto"). Analoghi quelli dell'"Unita'" ("La Finanziaria taglia
altre tasse sulla casa") e del "Sole 24 Ore" ("Tasse ridotte sulla casa").
Invece "Il Messaggero" punta sui provvedimenti volti a ottenere un gettito
maggiore dal lavoro autonomo: "Tasse, 30 categorie al microscopio".
Il "Corriere della Sera" apre sulla politica estera: "Saddam e' solo nella
sfida a Clinton". E "il Giornale" attacca una sentenza della Cassazione che
limita il potere del governo in materia di precettazione: "I giudici
bloccano le misure antisciopero".
Dai commenti sull'economia emerge l'auspicio che gli italiani siano "un po'
meno tartassati", come recita il titolo del fondo di Claudio Alo' sul
"Messaggero". Gli fa eco sul "Giornale" Geronimo, che invoca "una forte e
contestuale riduzione della pressione fiscale e della spesa corrente",
prendendo le difese del governatore di Bankitalia.
Dure critiche ad Antonio Fazio, riprese da tutti i quotidiani, vengono
invece dall'ex premier Romano Prodi: "Se fosse stato per lui - sostiene -,
non saremmo entrati in Europa". Filippo Ceccarelli, della "Stampa", ne
approfitta per tracciare due ritratti paralleli di Prodi e Fazio,
appartenenti a filoni rivali dello stesso mondo cattolico.
Una notizia importante e' il probabile passaggio del supermanager Franco
Bernabe' dalla presidenza dell'Eni a quella della Telecom. Le azioni
dell'azienda telefonica sono subito balzate verso l'alto.
Preoccupa invece lo stato del nostro sistema creditizio, che Ugo Piccione,
sul "Messaggero", definisce "malato di 'nanismo'": si rischia la
colonizzazione da parte delle banche estere.
Passando agli scioperi, Domenico Siniscalco chiede sul "Sole 24 Ore" che il
Parlamento approvi regole "rivolte all'apertura dei mercati", in modo da
battere lo "spirito protezionistico" che anima le agitazioni di categoria.
Nel fondo del "Giornale", il direttore Mario Cervi nota che con la sinistra
al governo "anziche' la pace sociale si ha la guerriglia continua" e
attacca la Cassazione per la sentenza che indebolisce i limiti al diritto
di sciopero.
Sullo stesso "Giornale" Antonio Socci, riferendosi al proscioglimento di
D'Alema nell'inchiesta sulle cooperative rosse, critica i magistrati per
un altro motivo, ben sintetizzato nel titolo del pezzo: "La legge e' uguale
per tutti meno che per il Cavaliere".
In politica si segnala il fondo di Giovanni Sartori sul "Corriere".
L'insigne studioso sostiene che i ribaltoni possono essere scorretti e
anche indecenti, ma sono formalmente leciti, soprattutto laddove, come
nelle regioni, si vota con il proporzionale. Sartori pero' anticipa i tempi
quando scrive che, con l'apertura a sinistra, andarono al governo "i
socialisti (di Craxi)": all'epoca infatti, primi anni '60, Bettino era
appena trentenne e leader del Psi era Pietro Nenni.
Altri commenti riguardano il tema del finanziamento della scuola privata.
Sull'"Unita'" Chiara Saraceno avanza forti perplessita', ricordando che la
Chiesa cattolica persegue "un modello d'insegnamento autoritario", non
meritevole di essere "sostenuto dallo Stato". Miriam Mafai, su
"Repubblica", si mostra invece abbastanza favorevole, purche' vi siano
"regole rigorose per il funzionamento della scuola privata".
La stessa "Repubblica", tuttavia, ospita un appello contro il finanziamento
statale delle scuole confessionali, firmato tra gli altri da Paolo Sylos
Labini e Alessandro Galante Garrone. E' contrario anche il leader comunista
Armando Cossutta, che in un'intervista al "Corriere" minaccia di non votare
la Finanziaria se passera' la parita' scolastica.
Non e' peraltro questo l'unico problema che pone la presenza comunista al
governo, poiche' Cossutta e i suoi, come ricorda Franco Venturini sullo
stesso "Corriere", si oppongono a qualsiasi appoggio italiano a
un'eventuale azione armata Usa contro l'Iraq.
In politica estera spicca il fondo di Enzo Bettiza sulla "Stampa", molto
duro verso Schroeder. A suo avviso il cancelliere non conta nulla e il vero
dualismo, nel governo tedesco, sara' tra il ministro delle Finanze, il
socialista conservatore Oskar Lafontaine, e quello degli Esteri, il verde
modernizzante Joschka Fischer.
C'e' poi su "Repubblica" un commento di Sandro Viola, che invita gli
occidentali ad aiutare Mosca: "La zattera russa sembra cosi' vicina al
naufragio che non si puo' restare inerti a vederla affondare".
Infine sull'"Unita'" il direttore del Fmi Michel Camdessus difende la
politica condotta dal Fondo in Asia e loda gli statisti riformatori del
Terzo Mondo. Ma il dramma degli extracomunitari continua: alcuni cercano di
entrare dalla Francia in Italia, sperando nella sanatoria, mentre altri si
sono barricati nella basilica bolognese di San Petronio, invocando una casa
per le loro famiglie.