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Die Zeit / Blair, Jospin, Schroeder: chi funziona e chi no

 

Raffaele Oriani

Die Zeit, 22 settembre 1999

Questa settimana la Zeit presenta uno scoop filosofico: la pubblicazione integrale della conferenza con cui Peter Sloterdijk ha dato inizio ad una polemica sul valore dell’ingegneria genetica e l’intangibilita’ della natura umana che in Germania dura ormai da quasi un mese impegnando contendenti del calibro di Juergen Haberrmas. La prima pagina della rivista di Amburgo e’ pero’ anche questa settimana dedicata alle sabbie mobili che sembrano avvolgere la politica del cancelliere Schroeder e del suo governo: perche’, si chiede la Zeit, Tony Blair in Gran Bretagna e Lionel Jospin in Francia sono riusciti ad affermare una visione positiva del futuro, mentre in Germania l’unico messaggio che sembra fare breccia e’ quello negativo dei sacrifici necessari? Perche’ insomma non si riescono a coniugare dolori e valori? Cos’hanno i primi ministri britannico e francese che il cancelliere tedesco non ha? Da una parte Jospin: socialista dalla testa ai piedi, non ha mai fatto regali e per questo non deve ora chiedere sacrifici. O meglio, non ha bisogno di chiedere sacrifici che non abbiano un ritorno per tutti i cittadini. Il suo essere intimamente socialista lo rende affidabile: i francesi si fidano di lui e si lasciano guidare verso una modernizzazione che non sacrifichi giustizia, solidarieta’, bene comune. Dall’altra Blair: crede nel welfare e crede nella funzione dello Stato per lenire le ingiustizie piu’ marcate della societa’. Ma anche quando si tratta di apparato statale non rinuncia al valore dell’efficienza e punta su concetti etici come dovere, morale, fede. L’uno e l’altro stanno accompagnando le rispettive societa’ sulla scena della globalizzazione, ma ne’ l’uno ne’ l’altro credono che la politica debba limitarsi a tagliare le spese, risanare i bilanci, fare insomma della pura buona amministrazione. In tempi di grandi cambiamenti come quelli che stiamo vivendo alla politica si chiede infatti qualcosa di piu’ che un progetto steso in nome dell’efficienza: si chiede di essere un punto di appoggio, una porzione di terreno sicuro su cui edificare il cambiamento. In Germania al contrario la stessa unificazione del paese e’ diventata una pura questione di cifre, voci di spesa, deficit di bilancio. Risultato: i cittadini volgono le spalle ai governanti. Secondo la Zeit per fermare l’emorragia elettorale il cancelliere deve quindi riscoprire il gusto della visione.


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