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Die Zeit / Scandalo al Cremlino: la disfatta
liberista
Raffaele Oriani
Die Zeit, 8 settembre 1999
La Zeit di questa settimana si occupa in primo luogo di
soldi: quelli tedeschi con un lungo articolo sui progetti di riforma fiscale del
successore di Lafontaine Hans Eichel, e quelli globali con un intervento di schietta
militanza liberale sulla corruzione della Casa Russia. Affrontando i guai finanziari e
giudiziari del clan Eltsin, la Zeit riafferma la validita del credo liberale e la
limitatezza di ogni dottrina unilateralmente liberista. Sul banco degli imputati secondo
il settimanale di Amburgo ce infatti sicuramente la dirigenza del Cremlino con
il suo contorno di personaggi ambigui al di qua e al di la dellAtlantico, ma
anche i gestori del Fondo Monetario Internazionale che per dieci anni si sono mossi con
lunico obiettivo di smantellare ogni autorita statale e aprire leconomia
russa al mercato mondiale. Per fare questo non ci si e curati di affermare i valori
che soli permettono alleconomia di mercato di crescere in modo sano: un serio quadro
normativo, lautorita riconosciuta dello stato. La caduta del comunismo ha
cosi coinciso con il dilagare della corruzione ad ogni livello. Perche quindi
sorprendersi ora? La Zeit ricorda che un suo dossier del giugno 96 aveva gia
messo in luce la personalita delle due figure chiave dello scandalo scoppiato in
questi giorni: Natascha Kagalowskij, vice-presidente e responsabile della sezione Europa
Orientale della Bank of New York, e suo marito Konstantin gia rappresentante russo
in seno al Fondo Monetario Internazionale. Stando alle accuse degli istruttori americani i
due avrebbero trasformato la sedicesima banca degli Stati Uniti in un enorme apparato di
riciclaggio per il denaro della corruzione moscovita che per anni si e dileguato
grazie a raffinatissimi meccanismi finanziari che hanno coinvolto gli istituti creditizi
di mezzo mondo, dalle classiche banche caraibiche agli irreprensibili colossi della
finanza teutonica. Per Zeit quello venuto alla luce in questi giorni non e in primo
luogo un pasticcio creditizio, ma un proficuo fallimento politico: a dieci anni dalla fine
del comunismo tramonta finalmente lillusione liberista della sparizione dello stato
e delle sue leggi.
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