Questa settimana la Zeit apre con una tesi ad effetto,
presentata senza sfumature, con tutta la radicalita che si poteva spremere da
unopinione decisamente controcorrente. Non si parla di politica politicienne, non
e lennesimo editoriale contro i sonni del cancelliere, non si affrontano
scenari di geopolitica internazionale: si parla di alimentazione, si fa il punto su tutti
gli scandali di questi ultimi mesi e si conclude con un titolo azzeccato: Molto
rumore, poco veleno. La tesi e in sostanza che dietro la paura per la carne
agli ormoni, i polli alla diossina, la coca-cola ad alto tasso ignifugo ce
poco (ma proprio poco) piu di nulla. Secondo Hans Schuh che firma questa
requisitoria contro i media e i politici europei su ogni singola questione la scienza
offre parole tranquillizzanti, ma nessuno la ascolta perche lobiettivo non
e la salute ma il mercato interno europeo, in particolare il quieto vivere
dellagricoltura comunitaria che sollevando polveroni immaginari spera di difendersi
dalla concorrenza Usa. E per questo mobilita i politici e costringe il continente ad una
guerra commerciale che se non portera del bene oltreatlantico sicuramente non
favorira leconomia e la salute di casa nostra. Stessa tesi a proposito
dellagricoltura transgenica: secondo lautore non ce una sola
ricerca scientifica che sostenga la pericolosita del cibo trattato geneticamente o
che metta in guardia contro possibili danni ambientali (se si prescinde dalle giustificate
preoccupazioni per una specie di farfalla che gli insetticidi incorporati metterebbero a
rischio). E insomma il classico editoriale destinato a sparigliare le carte in
tavola, soprattutto perche pubblicato da un giornale che fino ad oggi e stato
sempre attento a non confondere liberalismo e liberismo e ha sempre tenuto un ammirevole
equilibrio tra le ragioni delletica e della realta.
Sempre sulla Zeit si segnala un lungo articolo di presentazione del
nuovo governo europeo di Romano Prodi: promossi a pieni voti il presidente e il
commissario italiano, entrambi davanti a anni di duro lavoro sotto i riflettori
dellopinione pubblica. In particolare Monti ha gia dato la linea, gelando il
sangue a chi, soprattutto in Germania, sperava in un ammorbidimento della dottrina Van
Miert sulla libera concorrenza. Richiesto di presentare il proprio programma rispetto a
quello del predecessore, lex rettore della Bocconi ha risposto laconico: non
cambia nulla.