Sempre la guerra nei
Balcani in primo piano sulla Zeit. Molti i servizi e gli articoli in cui si soppesano le
alternative e si descrive il vicolo cieco in cui il conflitto sembra essersi arenato. Il
titolo dapertura e dedicato ai profughi e alla necessita di preservare
gli stati confinanti dalla destabilizzazione in agguato: nellarticolo Andrea Boehm
si chiede se gli europei attenderanno i primi roghi in Macedonia per avviare un serio
programma di accoglimento dei diseredati del Kossovo. Ma e un lungo saggio di Eric
Hobsbawm a continuare questa settimana la riflessione avviata da qualche tempo dalla Zeit
sul tema del razzismo e della violenza del ventesimo secolo. Lo storico inglese ripercorre
la storia dellidea di nazione e della aspirazione tarda e moderna ad uno stato
etnicamente omogeneo. Ci sara una ragione si chiede Hobsbawm se allinizio del
secolo gli stati europei sono diciannove, nel 1938 ventinove, ora quaranta e domani
chissa quanti: il fatto e che da quasi un secolo la nazione ha perso la sua
forza aggregante per diventare un fattore di divisione e miniaturizzazione delle
comunita. Le nostre societa sembrano daltronde patire tutte di una
strana malattia disgregante che affonda le radici negli anni sessanta e nelle
rivendicazioni di gruppi etnici, di genere, culturali che confluirono nei movimenti di
protesta del 68 e defluirono poi nelle forme piu diverse e non sempre innocue.
Da una parte la nazione, quindi, dallaltra le identita culturali: e
questo il quadro disgregatore in cui va inserita la guerra in corso in questi giorni e la
fine della Yugoslavia. Secondo Hobsbawm non saranno allora le bombe della Nato a poter
risolvere il problema, ma solo una paziente opera di mediazione a politica e culturale.
Dopo aver digerito le dimissioni clamorose delluomo simbolo della
vecchia Spd da ministro delle finanze, la stampa tedesca e ora in attesa di un altro
abbandono da titoli cubitali. Dopo Oskar Lafontaine sembra insomma che sara presto
lora del ministro del lavoro Walter Riester. Presentato un anno fa come uno degli
uomini chiave della squadra di rinnovatori attorno al candidato cancelliere Gerhard
Schroeder, Riester e nel frattempo diventato il nuovo simbolo della vecchia guardia,
di quella corposa fazione della Spd che non rinuncia al ruolo tradizionale in difesa del
lavoro dipendente e non vuol sentir parlare di flessibilita, nuovi rapporti di
lavoro, esenzioni fiscali. Un articolo della Zeit ripercorre la carriera dellex
leader sindacale e ne descrive la sorprendente metamorfosi attraverso titoli di giornale,
atti concreti, repentini cambiamenti di posizione. Sullo sforno il malumore del
cancelliere e del suo entourage, in primo piano le inquietudini di un uomo che si trova a
rappresentare un ruolo diverso da quello per cui era salito agli onori ministeriali.