Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Die Zeit/ Buon senso in tempo di guerra

Raffaele Oriani

 

Cosa diventa una rivista liberale in tempo di guerra? Resta una rivista liberale. E’ questo il messaggio dell’ultimo numero di "Zeit", che offre una copertura esemplare del dibattito tedesco e internazionale sulla guerra nei Balcani: problemi, opinioni, soluzioni che reclamano nuovi spazi per la politica senza per questo condannare l’uso probabilmente inevitabile delle armi. Tra i tanti servizi su bombe, profughi e summit militari si segnalano tre interventi di peso: l’ex cancelliere Helmut Schmidt sull’identita’ della Nato, il capo dell’opposizione Wolfgang Schaeuble su Schroeder e il suo zelo da neofita dell’atlantismo, il giornalista polacco Krzeminski sul bisogno di offrire una prospettiva futura ai serbi.

Schmidt, che vent’anni fa fu il piu’ convinto sostenitore dei cosiddetti euromissili, mette ora in guardia gli europei da una Nato troppo appiattita sulle posizioni americane. Se da un lato infatti all’Unione manca ancora un buon tratto di strada prima di arrivare ad una politica estera e militare comune, dall’altro gli obiettivi dell’Alleanza atlanitica non possono mutare a seconda delle esigenze interne della politica americana: c’e’ insomma bisogno di definire con chiarezza i nuovi obiettivi della Nato e c’e’ soprattutto bisogno di una approfondita discussione pubblica che li sottragga agli interessi effimeri dei politici e agli umori mutevoli dei sondaggi.

Simili preoccupazioni mostra anche Schaeuble, che approfitta dei quarant’anni di fedelta’ atlantica del suo partito per ricordare che le armi sono uno strumento della politica e non una forza a se stante. Secondo Schaeuble il governo tedesco si sta muovendo bene, ma sconta l’eccessivo timore reverenziale dei suoi leader impegnati a far scordare il loro passato "alternativo". Bisogna, e’ invece il pensiero del leader democristiano, fare molta attenzione a non caricare il conflitto di troppe implicazioni morali e a non soffiare sul fuoco della contrapposizione totale: l’incendio potrebbe infatti sfuggire di mano. Si puo’ applaudire o dissentire ma quella di Schaeuble e’ una lezione di democrazia: raramente si sente un leader dell’opposizione esprimersi con tanto senso di responsabilita’ sulle difficolta’ del governo in carica.

Il timore di Adam Krzeminski e’ invece che i serbi non vedano alcuna prospettiva oltre le distruzioni della guerra. La sua proposta e’ chiara e basata sulla diretta esperienza di questi ultimi dieci anni: secondo l’inviato polacco solo l’obiettivo dell’integrazione europea muovera’ infatti i serbi verso la democrazia. E’ accaduto nell’Europa di centro e dell’est, puo’ accadere anche nei Balcani.



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