Polemiche e riflessioni tra Germania
e Europa
Raffaele Oriani
Die Zeit,
28 marzo 2001
Il numero della Zeit in edicola questa settimana ‘apre’ sull’ultimo
dibattito acceso in Germania dal rapporto tra cittadinanza e senso di
appartenenza nazionale. In particolare si parla di orgoglio e della
possibilita’ o meno di essere fieri di essere tedeschi. Iniziato con
gran dispendio di strumenti dialettici e di bordate polemiche tra
esponenti verdi, della Cdu e lo stesso capo dello Stato Johannes Rau, in
realta’ la contesa va trascinandosi stancamente sulle pagine dei
giornali senza accendere piu’ di tanto gli animi di un paese che non
crede piu’ di doversi seriamente porsi il problema se sia o meno un
delitto contro il buon gusto politico pronunciare la fatidica frase sull’orgoglio
di essere tedesco. Anche secondo Zeit quindi la polemica ha un che di
forzato e nell’editoriale il settimanale liberal di Amburgo chiede ai
suoi lettori di provare a pronunciare la stessa frase in inglese o in
francese: qualcosa non funziona, si sente che quest’espressione
contiene qualcosa non di illecito ma di semplicemente forzato. In realta’
- sembra dire la Zeit - chi ama sinceramente la propria patria lo fa
senza esibire i propri sentimenti con troppa ostentazione. Il
ragionamento sulla patria continua comunque alle pagine interne, dove e’
ospitata una lunga intervista al ministro degli esteri tedesco Joschka
Fischer che, sotto tiro ormai da mesi per il suo passato di ex militante
sessantottino, tenta a rilanciare la sua immagine di statista e di capo
della diplomazia del suo paese. Per la verita’ l’intervista non e’
troppo incisiva e Fischer al fine di evitare qualsiasi accenno polemico
finisce per annacquare il proprio messaggio. E’ quindi la redazione a
metterci un po’ di sana e lapidaria energia. Il titolo e’ infatti
molto allettante. ‘La risposta a qualsiasi domanda si chiama Europa’.
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