Caro-petrolio e limiti della crescita
Raffaele Oriani
Die Zeit,
27 settembre 2000
Secondo la Zeit il caro-petrolio e le proteste che ne sono derivate in
tutta Europa nelle ultime settimane meritano una riflessione
approfondita che riesca ad andare ben oltre il contingente dilemma
fiscale sulla riduzione o meno delle tasse che gravano sui carburanti.
In sostanza il settimanale di Amburgo istituisce un parallelo, ardito ma
non gratuito, tra la crisi di questo scorcio di 2000 e la prima grave
crisi petrolifera che nel 1973 mise simbolicamente fine agli anni della
straordinaria crescita degli anni cinquanta e sessanta. Allora le
domeniche a piedi furono il preludio di tempi turbolenti in cui il
compito della classe politica non sarebbe piu’ stato come ‚gestire
lo sviluppo‘, ma come ‚governare la crisi‘, in Germania, in Italia
e in larga parte d’Europa. Tra gli effetti collaterali dell’improvviso
aumento del prezzo del petrolio ci fu pero‘ anche la nascita e lo
sviluppo del pensiero ecologista che, soprattutto nell’allora Germania
ovest, si sarebbe fatto partito e avrebbe per anni dominato la scena
politica ed elettorale. E ora? Ora, sostiene la Zeit nell’editoriale
del numero in edicola questa settimana, l’aumento del prezzo del
greggio torna ad ammonirci sui limiti della crescita e sulle
responsabilita‘ ecologiche oltre che economiche che gravano sui
governi, siano essi nazionali e transnazionali. Come e‘ accaduto, si
chiede ancora l’editoriale del settimanale di Amburgo, che sparisse
completamente dal dibattito pubblico il problema spinoso e affascinante
della sostenibilita‘ dello sviluppo? Come e‘ possibile che in
Germania i verdi ormai da piu‘ di un decennio non facciano che
rincorrere l’ultimo treno del progresso senza alcun rispetto per la
loro identita‘ originaria? Chissa‘ che non sia proprio la crisi
petrolifera di quest’autunno a ricordarci che non di sola crescita
(economica) vive l’uomo.
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