Ritratto: arriva negli Usa il nuovo re del
        Marocco  
          
        Raffaele Oriani  
         
        Time, 26 giugno 2000  
          
        In occasione della prossima visita negli Stati Uniti di Mohamed VI re
        del Marocco, Time pubblica un ritratto del giovane sovrano salito al trono lanno
        scorso alla morte del padre Hassan II. E la prima volta che il trentaseienne Mohamed
        accetta idi incontrare un giornalista occidentale e lintervista si svolge in un
        clima assolutamente informale tra una seduta di joging, una corsa in macchina, un giro tra
        le strade di Marrakech. Il sovrano ci tiene a dare di se unimmagine moderna e
        a sottolineare che nel Marocco di oggi non e il popolo a dover servire
        lautorita ma lautorita a dover servire il popolo. Ovviamente
        non un accenno polemico sul padre Hassan II che ebbe il merito di fronteggiare il pericolo
        fondamentalista, ma si distinse anche per la durezza dellopera di repressione di
        qualsiasi voce dissenziente allinterno del paese. Pur non contraddicendo apertamente
        lopera del padre Mohmmed ha pero preso alcuni provvedimenti concreti che
        segnalano un nuovo corso politico e forse preludono a maggiori sviluppi anche dal punto di
        vista economico: i piu importanti dissidenti sono stati quindi richiamati in patria,
        mentre e stato addirittura creato un fondo di 4 milioni di dollari per risarcire le
        vittime delle torture di stato. Cambia insomma laria politica del Marocco e cambia
        in grande sintonia con gli altri giovani colleghi del nuovo signore di Rabat.
        Mohamed e infatti buon amico di Abdullah di Giordania e si ripromette di incontrare
        al piu presto il nuovo presidente siriano. Certo, ci tiene a dire che un cambio di
        generazione non deve essere necessariamente un rivoluzione ma
        limpressione che si ricava dal ritratto di Time e che il nuovo re marocchino
        sia conscio dellaccelerazione della storia in questi primi anni del terzo millennio.
        Il pericolo, avverte saggiamente il corrispondente americano, e che voglia fare di
        testa sua bypassando quel poco di istituzioni democratiche che pur sono presenti in
        Marocco. 
         
         
        
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