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Il Texas di Bush, macchina di morte
Raffaele Oriani
Time, 12 giugno 2000
Un uomo deve la vita alla campagna presidenziale americana:
laspirante presidente Bush ha infatti concesso una proroga di trenta
giorni a Ricky Nolen McGinn, riconosciuto colpevole per aver stuprato e ucciso una
ragazzina di dodici anni. Colpevole? In realta Mc Ginn si e sempre professato
innocente e ora una definitiva prova del DNA potra provare se dice la verita o
se hanno ragione i giurati del tribunale texano che lo hanno riconosciuto colpevole. Come
Newsweek anche Time questa settimana dedica ampio spazio al dibattito in corso in America
sulla pena di morte, e dedica ovviamente ampio spazio alle conseguenze che la discussione
potrebbe avere sullelezione presidenziale del prossimo 11 novembre. Bush sembra aver
segnato un punto a suo favore concedendo unulteriore chance probatoria a Ricky Nolen
McGinn: e infatti un ulteriore tocco alla sua nuova immagine di conservatore
compassionevole, certo duro ma non per questo inflessibile e senza cuore. In
realta sotto il governatorato di George Bush jr. in Texas sono state eseguite un
quinto di tutte le condanne a morte degli Stati Uniti dal 1976 (anno della reintroduzione
della pena capitale) ad oggi. Per capirsi basti pensare che in California, lo stato
piu grande degli Stati Uniti, ci sono state otto esecuzioni in ventiquattro anni,
mentre Bush ne ha in programma sei solo il mese prossimo. Il Texas e diventato
insomma una macchina di morte, e se Bush aspira davvero alla presidenza non
poteva non lanciare un segnale di ripensamento se non di proprio di conversione. Le
elezioni di novembre si decideranno infatti con ogni probabilita nella regione dei
grandi laghi che si divide tra stati che non hanno la pena di morte o che ne fanno un uso
assolutamente saltuario. Inoltre la comunita cattolica e sempre piu
combattuta e comunque poco entusiasta dellorgia di esecuzioni che caratterizza il
Texas di Bush. Il governatore quindi cerca di recuperare terreno; McGinn ringrazia
sentitamente.
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