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Time / Atomo giapponese: finita l’emergenza, resta la paura

 

Raffaele Oriani

Time, 11 ottobre 1999

‘Non e’ stato Chernobyl, non e’ stato Three Mile Island, ma e’ stato comunque un grave incidente’, cosi’ Time che dedica allo scampato pericolo di Tokaimura una dettagliata corrispondenza. Il Giappone e’ una potenza del nucleare cibile: ha 52 centrali che forniscono al paese il 35 per cento del fabbisogno energetico; nei prossimi dieci anni ha in progetto di costruirne altre dieci; il territorio nipponico e’ disseminato di aziende che, come quella interessata dall’incidente della scorsa settimana, trattano uranio per conto delle centrali energetiche. Nonostante questo impegno sul versante atomico, nonostante il Giappone sia uno dei paesi tecnologicamente piu’ avanzati del mondo e nonostante il trauma di Hiroshima e Nagasaki sia ancora vivo nella coscienza collettiva, le norme di sicurezza sono decisamente al di sotto degli standard occidentali E oltre le norme, le pratiche: si puo’ dire che in quelle venti ore tra l’incidente e il cessato allarme a Tokaimura non abbia funzionato nulla di quello che doveva funzionare. La popolazione non e’ stata avvertita in tempo, il primo ministro ha dovuto aspettare cinque ore prima di sapere cosa stava succedendo, gli altoparlanti della zona (installati apposta per simili evenienze) per ore non hanno dato alcun segnale particolare, le misure di autocorrezione automatica obbligatorie in simili impianti non erano evidentemente in funzione. E’ quindi accaduto che trecentomila persone nei dintorni di Tokaimura si siano quindi barricate in casa all’oscuro pressoche’ di tutto quanto stava accadendo e che i ventotto milioni di giapponesi che abitano l’agglomerato urbano di Tokio (sottovento quei giorni di panico) non sappiano ancora se dovranno o meno affrontare delle conseguenze per la loro salute. Il quadro che Time trae da questo incidente di rilevanza non eccessiva e’ quindi del tutto sconfortante: il timore e’ che il Giappone possa riservare ancora delle bruttissime sorprese sul fronte della contaminazione nucleare.


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