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Rassegna Internazionale




Time / Kennedy: il dolore della prima famiglia d’America

 

Raffaele Oriani

Time, 26 luglio 1999

L’America piange John Kennedy Junior e Time dedica la copertina all’ultima tragedia della prima famiglia d’America. Prima perche’, come scrive Time, "sappiamo da sempre che sono diversi da noi, ma non per questo abbiamo smesso di guardare a quello che fanno, inaugurazioni, matrimoni, partite di football e troppi funerali". Prima la tragedia dei fratelli, poi quella dei cugini. Prima l’assassinio di John e Bob, poi la morte di David per overdose, di Michael contro un albero sulle piste di Aspen, di John che aveva deciso di volare in una notte in cui forse sarebbe stato meglio rimanere a terra. Time raccoglie la dichiarazione di un pilota che ha visto decollare l’aereo dei Kennedy venerdì’ sera: "Non ci ho perso il sonno dietro a quell’aereo, sostiene Kyle Bradley, ho pensato che se erano partiti sapevano quello che facevano". Ma da parte sua aveva deciso di attendere il mattino successivo. Tragedia, casualita’, estrema sicurezza di se’: John aveva preso il brevetto da poco piu’ di un anno, e da allora invitava spesso i suoi amici a volare con lui. Aveva una vera passione per il volo che gli permetteva di scartare i media e inventarsi una vita privata a centinaia di chilometri dal circo della stampa newyorchese. Tutto questo gli e’ stato fatale e Time non puo’ fare a meno di ripensare alla madre di John, a Jaqueline che di fronte alla morte del secondo Kennedy aveva esclamato: "Se vogliono far fuori i Kennedy anche i miei bambini sono in pericolo". Li sentiva possibili "targets" e per questo li proteggeva con una vita il piu’ possibile normale. Meno male, scrive Tima, che se ne e’ andata prima di dover seppellire il suo primogenito, primo figlio nato ad un presidente in carica, primo a salutare la bara del padre il giorno dei funerali di Stato. Nonostante il peso del nome John John (come lo chiamavano i giornalisti ma non i famigliari) aveva da sempre espresso desideri ‘normali’: voleva fare l’attore aveva finito per fare l’editore di una strana rivista con l’obiettivo di valorizzare un nuovo genere di intrattenimento: la politica. Scelta paradossale per chi a causa di quell’intrattenimento aveva perso il padre e lo zio, ma scelta autonoma che ne aveva irrobustito il profilo individuale. Non ce ne saranno altre.



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