Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Time / Kosovo, Prodi, Agenda 2000: l’Europa ritrovata

 

Edoardo Buffoni

 


Time, 29 marzo-5 aprile 1999

 

L’Europa ritrovata. Prima la crisi della Commissione di Bruxelles, poi la guerra contro la Serbia. Due sfide importanti per un’Unione europea sfibrata dalle divisioni e dai contrasti. Ma gli ultimi avvenimenti sono di segno positivo. L’unita’ e’ stata ricomposta di fronte al nemico comune (Milosevic) e al nome del successore di Santer, Romano Prodi. Ma la partita forse piu’ difficile erano i negoziati su Agenda 2000, il progetto di budget comunitario dei prossimi sette anni. L’accordo piace a tutti, ogni governo ha qualche buon risultato da portare a casa.

La Gran Bretagna avra’ gli tessi sussidi per l’agricoltura, ma in misura minore da Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi. In sostanza, la nuova logica redistributiva e’: i contribuenti forti pagheranno di meno, i beneficiari forti avranno di meno. La Francia rimane la grande beneficiaria dei sussidi agricoli, la Spagna conserva molti aiuti alle sue regioni povere. Piu’ che ridurre i contributi, la Germania ha ottenuto che questi non crescano ancora. L’accordo piu’ di tutti piace ai paesi che entreranno nel 2003: Agenda 2000 e’ andata in porto, c’e’ spazio anche per loro.

I cowboys delle scalate. Sono manager europei, ma sono armati di metodi americani. La febbre delle fusioni e’ scoppiata a soli tre mesi dall’avvio dell’euro, e se ne prevedono ancora. Olivetti-Telecom, Societe’ Generale e Paribas, Gucci e Pinault, British Aerospace e Marconi: la moneta comune ha ridotto i rischi per gli investimenti all’interno dell’Ume, ogni societa’ e’ sotto pressione, e deve muoversi per accontentare gli azionisti. La calata tentata da Colaninno, con il suo mix di titoli, bonds, nuove azioni, verso una societa’ molto piu’ grande, ricorda le imprese nel settore petrolifero americano negli anni ‘80.

La rinascita del Canary Wharf. Il grande complesso edilizio nei Docks londinesi fino a qualche tempo fa sembrava un affare in perdita. Il progetto fu avviato nel 1987, per volonta’ dell’imprenditore canadese Paul Reichmann. Cinque anni dopo era la bancarotta: nessuno comprava gli uffici, i prezzi erano in picchiata. La rinascita comincia nel ‘93, quando viene promossa una ricapitalizzazione. Oggi, le azioni, il 25 per cento della societa’, fanno boom alla Borsa, e le grandi compagnie sono nell’affare, che ora e’ al 60 per cento della realizzazione. In tutto, sono 1,25 milioni di metri quadrati di uffici, e abitazioni per 90mila lavoratori. Grazie anche alla nuova esplosione del mercato immobiliare. La concorrenza della City, la capitale degli uffici, resta comunque forte.

 


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