Aids: dramma piu’ politico che
sanitario
Raffaele Oriani
Time, 12 febbraio 2001
Il
numero di Time in edicola in questi giorni dedica grande attenzione al
dramma africano della diffusione del virus dell’Aids. La rivista
americana lo chiama photo-essay, ma e’ chiaro che una sciagura di
queste proporzioni richiede ben piu’ di qualche scatto in bianco e
nero di tragico appeal. L’impegno civile non e’ sempre nelle corde
di Time che pero’ questa volta ci prova, e ricorda che il dramma
africano non e’ puramente sanitario. Nei paesi sviluppati l’Aids
infatti non e’ piu’ il killer di qualche anno fa: da tempo la
ricerca farmaceutica ha messo a disposizione dei malati del ‘primo
mondo’ cocktail di medicinali che permettono la convivenza con il
morbo. Da malattia fulminante l’Aids si e’ insomma trasformato in
patologia cronica non guaribile ma sicuramente curabile. In Africa no:
ai pazienti colpiti dal virus non resta che vegetare per qualche anno
prima della inesorabile fine. Qui si inserisce un discorso meno medico
e piu’ politico: e’ possibile che il diritto sacrosanto delle
compagnie farmaceutiche a vedersi riconosciuti i proventi dei loro
brevetti debba prevalere sul diritto inalienabile alla vita e alla
salute di popoli interi? E’ possibile che in Africa si muoia come
mosche perche’ i prezzi dei medicinali sono del tutto fuori portata
per paesi dove il reddito medio si aggira sui quattrocento o i
cinquecento dollari l’anno (mentre il costo dei medicinali anti-Aids
puo’ superare anche i diecimila dollari annui)? Il problema e’
tanto piu’ spinoso in quanto il costo dei medicinali non e’
determinato dall’impegno produttivo e industriale sulla singola
confezione ma dal valore dei brevetti a monte. E’ per questo quindi
che in Brasile e in India si vanno ad esempio diffondendo medicinali
‘copiati’ al costo di 2000 o 1000 dollari l’anno. Con grande
scorno delle multinazionali farmaceutiche, che temono il diffondersi
delle medicine sottocosto anche nei mercati occidentali e fanno muro
contro qualsiasi proposta di ‘deroga legale’ al diritto da loro
esercitato sui brevetti delle medicine. Un problema complesso, quindi,
cui si offrono soluzioni di corto respiro con l’evidente scopo di
prendere tempo e di continuare il piu’ a lungo possibile il business
multimiliardario. All’ombra di tanta complessita’ in Africa
intanto continuano a morire milioni di persone che potrebbero essere
salvate.
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