Gore: vincitore reale, sconfitto
virtuale?
Raffaele Oriani
Time, 4 dicembre 2000
Anche
Time ovviamente dedica la copertina e i maggiori servizi del numero in
edicola questa settimana alla vicenda delle elezioni presidenziali in
America. Il conteggio e riconteggio dei voti assume sempre piu’ le
fattezze di un vero e proprio thriller mediatico: sembrano infatti
essere saltate le piu’ elementari regole del galateo politico
statunitense mentre i due contendenti non hanno alcuna intenzione di
fare il minimo passo indietro per assicurare la vittoria dell’avversario
o, come si usa dire con qualche forzatura retorica, della democrazia
americana. Il campo di Gore e’ particolarmente in difficolta’ e
offre a Time i piu’ interessanti spunti di analisi. Da una parte
infatti il contendente democratico e’ alla terza sconfitta: conteggi
e riconteggi continuano a darlo perdente, nonostante il distacco dal
figlio dell’ex presidente Bush si vada riducendo ad ogni scrutinio.
Al momento infatti sono solo 537 i voti che lo separano dalla
vittoria, ma a molti americani cominciano a sembrare sufficienti per
chiudere la partita e passare ad un altro punto dell’ordine del
giorno mediatico. La difficolta’ e le chances di Gore risiedono pero’
nel semplice fatto che, mentre Bush a conti fatti puo’ vantare tutt’al
piu’ una risicatissima vittoria, il campo democratico e’ convinto
che, in presenza di uno scrutinio leale e imparziale, sarebbe in grado
di vincere non per poche centinaia ma per qualche decina di migliaia
di voti. Che fare quindi? Rinunciare alla vittoria nel mondo reale per
una consolidata regola di fair play nell’agone politico? La
questione non e’ semplice, offre diversi aspetti problematici e
qualche spunto di soluzione, ma sembra poter giungere ad una qualche
conclusione solo grazie al verdetto che la Corte Suprema sta per
pronunciare sull’intera vicenda. Qualunque esso dovrebbe essere,
risultera’ molto difficile per l’uno o l’altro dei contendenti
metterlo in dubbio e rilanciare sul piano della battaglia legale e
politica.
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