Usa: arriva l’aborto farmacologico
Raffaele Oriani
Time, 9 ottobre 2000
Per
Time di questa settimana la notizia di copertina non e’ il Medio
Oriente in fiamme ma la pillola del giorno dopo, di cui la Federal
Drug Administration americana ha appena autorizzato la diffusione. La
RU 486, farmaco di ideazione e produzione francese, e’ da anni al
centro di violente polemiche sia in Europa che negli Stati Uniti. C’e’
infatti chi la considera un rimedio al dramma dell’aborto chirurgico
e ne vede gli effetti positivi legati alla ‘privatizzazione’ dell’aborto
stesso: niente piu’ ospedali, niente piu’ ricoveri, niente piu’
chirurghi, solamente il medico di famiglia e una pillola da acquistare
in farmacia e prendere con un bicchiere d’acqua. C’e’ chi al
contrario mette in guardia dai presunti effetti devastanti della RU
486 sulla morale famigliare e piu’ in generale sulla considerazione
per la vita umana. In America i difensori del diritto all’aborto si
scontrano da anni piu’ o meno violentemente con i difensori del
diritto alla vita: gli uni reclamano istituzioni ospedaliere piu’
accessibili, gli altri non di rado prendono di mira le stesse cliniche
‘abortiste’ con molotov e altri ordigni. Ora, l’aborto
farmacologico e’ in grado di sottrarre le donne agli attacchi degli
oppositori dell’interruzione volontaria di gravidanza? Secondo Time
non e’ detto, perche’ se da una parte e’ vero che abortire in
America e’ diventato sempre piu’ difficile e che soprattutto
lontano dai grandi centri e’ difficile trovare un ospedale disposto
a sfidare l’ira dei ‘difensori della vita’, dall’altra e’
anche vero che nei centri minori saranno ben pochi i medici disposti a
prescrivere la famosa pillola e a rovinarsi in tal modo una clientela
il piu’ delle volte molto legata a precetti etici e religiosi
decisamente anti-abortisti. Il quadro come si vede e’ molto
complicato e non sembra destinato a risolvere a breve il rebus di un
paese in cui l’ipocrisia ufficiale ha deciso - come scrive Time - di
riconoscere la legitimita’ dell’aborto a patto pero’ di renderlo
estremamente difficile.
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