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Russia: intervista al capo degli oligarchi
Raffaele Oriani
Der Spiegel, 25 giugno 2000
Spiegel propone questa settimana
uninteressante intervista con il magnate russo Boris Abramowitsch Beresowski, che
e considerato il capocordata dei cosiddetti oligarchi, ovvero il gruppo
di uomini daffari che ha gestito le sorti della Federazione russa nei lunghi anni
della traballante presidenza di Boris Eltsin. Beresowski a detta di Georges Soros e
anche luomo che a tirato le fila dellelezione di Wladimir Putin al gradino
piu alto del potere russo: unuscita di sicurezza per i magnati della vecchia
guardia, un uomo che probabilmente piu di qualcuno pensava o pensa ancora di poter
manovrare a piacere. Dalle parole del businessman russo si intuisce pero la
delusione per le prime mosse politiche del nuovo presidente che agli stesso ha contribuito
in maniera decisiva ad eleggere. Delusione per la visione strategica di Putin che a detta
di Beresowski non sarebbe allaltezza delle situazione. Quale e infatti la
ricetta politica che si profila dalle prime mosse del nuovo padrone del Cremlino? Modello
sudamericano, chiara predilezione per la via cilena al potere: ovvero grande liberta
economica e grande limitazione delle liberta politiche. I russi devono potersi
arricchire e per fare cio, a detta di Putin, sarebbe indispensabile una stretta sul
fronte delle liberta personali. A detta di Beresowski il ragionamento pero non
regge perche in una testa sola non possono convivere liberta e servitu:
risposta interessante, che da un lato rivela le opinioni di un grande protagonista
delleconomia russa, dallaltra conferma una volta di piu che in Russia
sono filosofi anche le figure non proprio cristalline del grande business. Altri temi
toccati dallintervista: lantisemitismo che a detta dellintervistato
sarebbe una costante dellanimo russo ma non avrebbe piu cittadinanza a livello
ufficiale e statale; i capitali stranieri che torneranno ad affluire in Russia
perche nuove leggi stanno favorendo il rientro del capitale russo depositato nei
paradisi bancari di mezzo mondo; i servizi segreti che stanno rialzando la testa dopo un
decennio in cui non avevano contato praticamente nulla; Elstin che non ha avuto mai grandi
visioni politiche ma che non ne aveva nemmeno bisogno; Putin che invece e obbligato
a pensare strategicamente. E che finora, a detta di Beressowski, non si puo dire che
abbia azzeccato tutte le mosse.
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