Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Nuovi Gastarbeier? No, preferiamo restare in India

 

Raffaele Oriani

 

Der Spiegel, 17 marzo 2000


Chi e’ l’uomo piu’ ricco del mondo? La risposta e’ scontata, chiunque sa che l’Information Technology ha imposto da piu’ di un lustro il suo paladino al vertice della speciale classifica annuale redatta dal settimanale americano Forbes. Bill Gates, dunque, con i suoi 90 miliardi di dollari di patrimonio personale. Dopo di lui l’altro magnate americano Warren Buffet con 36 miliardi e al terzo posto il cofondatore della Micosoft Paul Allen con trenta miliardi. Tutto come da copione quindi, se non fosse che proprio sul terzo posto Forbes rischia di farsi superare dagli eventi economico-finanziari di questo inizio millennio: secondo il ‘Business Standard’ infatti il vecchio compagno di avventure tecnologiche di Gates sarebbe stato recentemente scalzato da tale Azim Premji, 54 anni, indiano, guru informatico di Bangalore. Gia’, ma chi e’ Azim Premji? Spiegel risponde con un servizio ampio e documentato del suo inviato Erich Follath. Il pretesto piu’ che la classifica di Business Standard e’ l’ultima sparata del cancelliere tedesco: la Germania e’ a corto di manodopera qualificata, che si aprano le porte agli specialisti del computer del subcontinente indiano. Si’, ma chi l’ha detto che il sogno dei giovani informatici indiani sia conquistare un posto di lavoro in Baviera o sulle rive del Reno? Spiegel ha i suoi dubbi e li esprime raccontando appunto il miracolo della IT indiana: in un paese in cui il 60 per cento delle case non ha ancora l’energia elettrica e il 35 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di poverta’, si e’ ormai affermata un’industria avanzatissima che sviluppa software, produce hardware, fa concorrenza alla Sylicon Valley californiana, genera reddito e soprattutto speranza di lasciare una volta per sempre i tristi scenari della miseria millenaria. Uno degli esempi piu’ clamorosi di questo nuovo sviluppo e’ proprio Azim Premji, che con la sua Wipro Corporation ha raggiunto una capitalizzazione di Borsa di cinquanta miliardi di dollari e con la sua quota azionaria del 75 per cento si colloca ormai al terzo posto della graduatoria mondiale dei superricconi. Il sogno di ogni bravo informatico indiano e’ quindi farcela a sua volta a casa propria, molto piu’ che non all’interno di una ‘bisognosa’ fabbrica di chip tedesca.

 


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