Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Joschka Fischer: presto un’Europa a due velocita’

 

Raffaele Oriani

 

Der Spiegel, 10 marzo 2000


Per la prima volta da molte settimane Spiegel rinuncia alla copertina sullo scandalo finanziario della Cdu e opta per un innocuo e interessante tema di costume: vita da single nella Germania di inizio millennio tra liberta‘ e solitudine. Sul piano dell’attualita’ politica nelle pagine interne troviamo invece un’ampia intervista con il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer che, incalzato dai reporter di Spiegel sul flop della candidatura di Caio Koch-Weser alla testa del Fondo monetario internazionale, glissa elegantemente preferendo parlare della prossima conferenza di riforma europea, dello stato generale dei rapporti Usa- Europa e degli strascichi piu‘ o meno gradevoli del caso Haider. Cominciamo dal fondo: la reazione dell’Europa all’ascesa di Haider ha richiamato tutti alla necessita’ di un discorso sui valori fondanti dell’Unione. Quanto pero’ alla reazione dei quattordici governi continentali e alle sanzioni che ne sono seguite, secondo Fischer la Germania ha dovuto (a malincuore?) adeguarsi alla posizione dei partners europei per neutralizzare sul nascere le paure dei francesi che nell’ascesa della destra xenofoba in Austria sono portati a vedere una prova generale di quanto potrebbe accadere fra non troppo tempo a Berlino. Quanto alla riforma dei trattati europei, secondo Fischer si delinea sempre piu’ chiaramente la possibilita’ di approfondire il solco che separa il troncone piu‘ dinamico da quello piu’ lento della Comunita‘. In sostanza: se un gruppo di paesi dell’Unione dopo aver dato vita all’Euro fosse intenzionato ad avviare l’integrazione politica, per l’Europa sarebbe inevitabile proseguire il cammino comune a due velocita‘. Rapporti con gli Usa: la prospettiva di un esercito europeo spaventa gli americani ma Fischer non smentisce che essa ha preso avvio proprio dall’arroganza con la quale gli stessi americani hanno condotto la guerra del Kossovo. L’Europa non starebbe insomma per creare una struttura alternativa alla Nato ma per trovare il modo per contare di piu’ all’interno dell’Alleanza Atlantica.

 


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