Eutanasia in Olanda, scandalo in
Germania
Raffaele Oriani
Der Spiegel, 22 aprile 2001
Per la quarta settimana consecutiva Spiegel propone una
copertina a sorpresa, lontana dalla tradizione che ha contribuito a
farne uno dei grandi newsmagazine che determinano l’agenda mediatica
internazionale. Questa volta e’ il turno di un lungo servizio sulla
leggenda della regina di Saba che fara’ sicuramente la felicita’
degli appassionati di storia e archeologia. Quanto all’attualita’ il
settimanale di Amburgo dedica grande attenzione alla decisione del
Parlamento olandese che ha definitivamente approvato la legge sull’eutanasia.
Si parla quindi di morte e si parla di politica in senso pieno e
profondo: del destino delle persone e della responsabilita’ degli
amministratori della cosa pubblica. In Germania la decisione olandese ha
incontrato il netto e compatto rifiuto da parte dei leaders di tutti i
partiti, lo scontato no delle gerarchie cattoliche, il meno prevedibile
ma ugualmente fermo rifiuto da parte della conferenza episcopale
luterana. E’ un atteggiamento che, a parere degli istituti di
sondaggio, non incontra invece l’approvazione dell’opinione
pubblica: il 64 per cento dei tedeschi-occidentali e addirittura l’80
per cento dei tedeschi-orientali sarebbero infatti favorevoli alla dolce
morte. Una popolazione sempre piu’ anziana teme insomma di dovere
finire i popri giorni tra indicibili sofferenze e vorrebbe che i
rappresentanti politici si assumessero la responsabilita’ di dare una
mano invece di chiudere gli occhi. Ma cosa si intende per ‘indicibili
sofferenze’? Spiegel offre un altro elemento al dibattito e cede la
parola ai rappresentanti della cosiddetta ‘medicina palliativa’,
ovvero ai terapisti del dolore secondo cui tra morfina, chemioterapia e
parziale blocco nervoso nessuno piu’ sarebbe costretto a soffrire
brutalmente. Il miglior antidoto all’eutanasia sarebbe quindi proprio
la morfina: con buona pace del paziente italiano cui spesso sono
precluse entrambe le soluzioni.
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