Attacco alla presidenza Ue, Romano
Prodi in difficolta'
Raffaele Oriani
Der Spiegel, 8 aprile 2001
Il numero di Spiegel in edicola questa settimana pubblica
un attacco feroce al presidente della Commissione UE Romano Prodi.
Spunto ne e’ l’ultimo vertice dei quindici a Stoccolma dove Prodi
avrebbe attaccato frontalmente la presidenza svedese (a suo parere
inefficace e interlocutoria, incapace di far avanzare i dossier in
discussione) attirandosi l’irata e sprezzante replica del premier
socialdemocratico Göran Persson che dal vertice stesso si aspettava
invece un forte impulso di immagine sul piano interno e internazionale.
Secondo Spiegel questo screzio non e’ che l’ultimo di un’interminabile
catena di episodi che hanno portato il presidente della Commissione a
perdere prestigio di fronte ai capi di governo europei e tra i ranghi
della stessa burocrazia di Bruxelles. Prodi non sa parlare, si dice, non
sa imporre l’autorita’ della Commissione sugli egoismi nazionali,
non ha alcuna capacita’ di pensare in grande e presentare una visione
strategica del futuro dell’Unione. Un uomo solo al comando, insomma,
destinato a comandare sempre meno perche’ pare che, in assenza di una
chiara autorita’ centrale, i singoli stati si stiano riprendendo molte
delle prerogative cui avevano dovuto rinunciare al tempo della
presidenza Delors. E intanto si prospettano ‘anni vuoti’ per l’Europa:
dopo la costituzione del mercato e della moneta unica, il problema e’
ora infatti come coinvolgere in un progetto comune gli stati dell’est
che premono alle porte e i tanti egoismi nazionali che sgomitano all’interno
dell’Unione. Ma per il momento i problemi si accumulano senza che all’orizzonte
si intravedano soluzioni degne di questo nome. Non siamo comunque ancora
al rompete le righe e alla richiesta formale di dimissioni di Prodi,
anche perche’, sostiene malignamente il settimanale di Amburgo, il
professore bolognese ha l’appoggio incondizionato dei governi che
contano su un’Europa debole per poter riacquistare peso nazionale
sulla scena politica del nuovo secolo: ‘Con il presidente - afferma ad
esempio il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder - non ho mai avuto
alcun problema’.
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