Mucca pazza tedesca: potere dei media
e fragilita’ del governo
Raffaele Oriani
Der Spiegel, 21 gennaio 2001
Nel numero in edicola questa settimana Spiegel puo’ a
buon diritto rivendicare la propria enorme influenza sul corso delle
vicende politiche tedesche. Nel numero diffuso appena sette giorni fa il
settimanale di Amburgo pubblicava infatti rivelazioni scottanti sulla
gestione della crisi della mucca pazza da parte dei ministri della
Sanita’ e dell’Agricoltura del gabinetto Schroeder; non erano
passati piu’ di un paio di giorni che entrambi i ministri erano
costretti a dimettersi, riconoscendo implicitamente la fondatezza delle
accuse mosse loro dal news-magazine di Rudolf Augstein. Ora la verde
Renate Kuenast sostituisce il socialdemocratico Funke alla testa del
ministero dell’Agricoltura e promette di rivoltare come un calzino la
politica agricola del colosso germanico. Si tratta nientepopodimenoche
di passare da una gestione dalla parte del produttore ad una dalla parte
dei consumatori: ‘ottanta milioni di tedeschi - ha dichiarato Kuenast
- mi aiuteranno a far capire a mezzo milione di agricoltori che cosi’
non si va piu’ da nessuna parte’. E il cancelliere? Sostiene
pienamente la propria nuova ministra, tanto da meritarsi le lodi
sperticate delle lobby ambientaliste della Repubblica federale. A
Spiegel comunque questo cambiamento di rotta appare sin troppo sospetto,
e quella che viene venduta come una svolta radicale, ma ponderata e
pienamente realistica nella gestione della politica agricola tedesca
appare come un colpo di teatro, un espediente per sviare l’attenzione
dalle magagne ministeriali e dai limiti mostrati sino ad ora dal governo
Schroeder nella gestione dell’affaire mucca pazza. La preoccupazione e’
quindi sempre la stessa: che tutto sia cambiato affinche’ nulla cambi
e che una nuova ministra si ritrovi molto presto a gestire la solita,
vecchia politica tutta giocata dalla parte delle lobby degli
agricoltori.
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