Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Medio Oriente: il rischio dell’escalation





Raffaele Oriani

 

Der Spiegel, 3 dicembre 2000

Con un documentato reportage da Israele e dai territori palestinesi Spiegel fa il punto sul conflitto sempre meno latente e sempre piu’ eclatante tra militari di Tel Aviv e guerriglia urbana palestinese. Dopo le centinaia di morti palestinesi, gli attentati ai bus israeliani della scorsa settimana e i bombardamenti che a Gaza hanno colpito il cuore stesso dell’autogoverno palestinese la spirale della violenza pare trovarsi ad un bivio cruciale: o si ferma immediatamente o il conflitto puo’ precipitare nel tunnel della piu’ drammatica escalation. E’ per questo probabilmente che all’ennesimo attentato in terra israeliana Barak ha nei giorni scorsi risposto rinunciando alla classica, letale vendetta dei suoi soldati. Washington comincia intanto a dare segni di nervosismo verso lo storico partner medio-orientale, mentre non c’e’ piu’ un solo stato arabo disposto a intrattenere relazioni normali con lo stato ebraico. Mubarak ha infatti richiamato d’urgenza il proprio ambasciatore da Tel Aviv, mentre il re di Giordania Abdullah evita diplomaticamente di nominare il proprio nuovo ambasciatore in Israele interrompendo cosi’ di fatto i rapporti con lo stato ebraico. Nel frattempo gli estremisti islamici di parte palestinese minacciano di ‘portare la morte in ogni casa di ogni insediamento ebraico’, mentre a Gerusalemme la piazza si infiamma contro Barak che sarebbe reo di non lasciare mano libera all’esercito e di non sprigionare quindi tutta la potenza di fuoco israeliana contro i rivoltosi palestinesi. Sembra comunque di capire che secondo Spiegel proprio la drammaticita’ della situazione potrebbe indicare una qualche via d’uscita all’impasse, dal momento che gli israeliani sanno di non poter vincere la guerra solo militarmente, mentre Arafat e’ cosciente di non potersi giocare il favore del mondo con un ritorno in grande stile al terrorismo. Intanto nei territori si continua a morire per il fuoco dei soldati israeliani: nel mezzo di una situazione cosi’ disperata i medici norvegesi che da mesi curano senza sosta i feriti palestinesi sembrano aver capito quello che l’opinione pubblica israeliana continua a far finta di non sapere: ‘Israele rischia una vittoria che la colpira’ a morte’.



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