Iran: la marcia tranquilla della
liberta’
Raffaele Oriani
Le Nouvel Observateur, 5 luglio
2000
Il Nouvel Observateur ha una marcia giornalistica
in piu‘ per tutto quello che riguarda il Mediterraneo, il Medio
Oriente, lo spazio geopolitico dal Marocco all’Iran. Nel numero in
edicola questa settimana il settimanale parigino dedica ad esempio un
lungo, interessantissimo servizio alla situazione iraniana: presto
dimenticato dopo essere stato sotto i riflettori qualche mese fa per le
elezioni politiche, il paese degli ayatollah riserva invece numerose
sorprese al cronista che ne osservi le pieghe piu‘quotidiane e
nascoste. A Teheran infatti la gioventu‘ – scrive il Nuoivel –
e‘ come il fuoco sotto la cenere. I ragazzi dell’universita‘ che
un anno fa si scontrarono violentemente con le guardie della
Rivoluzione, sono infatti pronti a riprendere la battaglia per la
democrazia e solo la sponda politica assicurata dal presidente Khatami
impedisce alla situazione di degenerare in guerra civile. La parola
d’ordine del campo riformista e‘ infatti: calma, gradualismo,
riforme senza sangue. La liberta‘ in Iran avanza quindi a piccolissimi
passi, deve subire i contraccolpi dei conservatori che tengono ancora in
pugno il sistema giudiziario e quindi sono in grado di colpire giornali
e intellettuali, ma che in realta‘ sembrano giocare sempre piu‘
sulla difensiva. Anche il regista Mohsen Makhmalbaf, al cui figlia
Samira ha vinto il gran premio della giuria al recente festival di
Cannes, ha fiducia nei giovani nati dopo la Rivoluzione islamica. Il
quarantatreenne regista ha la saggezza di un ottantenne e invita alla
prudenza, ma e‘ sicuro che prima o poi i conservatori accetteranno di
bere la ‚medicina della liberta‘ e di porre fine cosi‘ a 2500 anni
di governo autocratico, dalla notte dei tempi al sistema dei moderni e
antichissimi ayatollah. Fiducia ha il regista anche nelle donne del suo
paese: sono un inguaribile femminista dice, e sa cosi‘ di toccare il
punto piu‘ sensibile della costruzione autocratica che ha dominato
l’Iran negli ultimi vent’anni.
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