Russia: tutto il potere del
          presidente 
           
            
         Raffaele Oriani  
         
          
        Le Nouvel Observateur, 28 giugno 2000  
         
         
        Con una corrispondenza da Mosca l’ultimo numero del Nouvel Observateur
        fa il punto sugli sviluppi della presidenza Putin e sul confronto tra il
        nuovo presidente russo e il gruppo economico e politico che ne ha
        determinato la rapidissima ascesa e l’incoronazione al gradino piu’
        alto del potere russo. La notizia e’ che il 13 giugno e’ stato
        arrestato Vladmir Goussinski, magnate delle comunicazioni, proprietario
        del gruppo editoriale Media Most e soprattutto del canale televisivo NTV,
        da sempre schierato contro Putin e molto critico con l’intervento
        delle truppe russe in Cecenia. Goussinski e’ stato liberato dopo solo
        un paio di giorni, ma tanto e’ bastato per seminare l’allarme nella
        comunita’ d’affari moscovita e nell’opinione pubblica in generale
        che paventa una nuova stretta autoritaria da parte del nuovo presidente.
        Da parte sua Putin assicura di non averne saputo nulla e che l’affare
        in generale non ha ‘assolutamente nulla di politico’. Pochi ci
        credono e alle preoccupazioni sulla liberta’ d’espressione si
        aggiungono quelle per un risorgente antisemitismo visto che il magnate
        arrestato e’ ebreo e cittadino israeliano oltre che russo. Il Nouvel
        non si schiera nella disputa su Goussinski, ricorda pero’ che i metodi
        piuttosto spicci con cui quest’oligarca ha accumulato la propria
        fortuna sono stati per dieci anni i metodi di tutta la business
        community russa e che poche fortune nella Mosca di oggi sono frutto di
        biografie cristalline e strettamente legali. Poche biografie tra cui non
        figura certamente quella del nuovo presidente russo. 
        Il potere di Putin va comunque rafforzandosi su molti fronti, tanto che
        ormai il presidente rende operative le riforme piu’ importanti senza
        nemmeno consultare la Duma, sfruttando appieno le proprie prerogative
        costituzionali e cercando sempre piu’ spesso il dialogo diretto con
        l’opinione pubblica. Recentemente Putin ha ad esempio seguito questo
        metodo per trasformare le 39 regioni e repubbliche autonome in cui e’
        divisa la Federazione russa in sette macroregioni cui ha messo a capo
        cinque generali, un diplomatico e un ex primo ministro, tutti uomini
        legatissimi al suo entourage. C’e’ chi allora paventa il pericolo di
        un ritorno al ‘centralismo sovietico’. Il futuro dira’ se e’ un
        pericolo reale. 
         
        
        
         
         
        
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