Chevenement - Fischer: disfida
sullEuropa
Raffaele Oriani
Le Nouvel Observateur, 9 giugno 2000
Questa settimana il Nouvel Observateur dedica copertina e servizio
centrale al potere delle logge massoniche nella Francia di oggi. E comunque il caso
di soffermarsi su un altro contributo dai risvolti sicuramente piu internazionali e
quindi piu interessanti per il lettore non francese. Si tratta dellintervento
che il socialista atipico Jean-Pierre Chevenement dedica al recente discorso
che il ministro degli esteri Joschka Fischer ha tenuto alla Humboldt Universitaet di
Berlino sullavvenire dellintegrazione continentale. Le tesi di Fischer hanno
fatto molto rumore e sono ormai di dominio pubblico: lEuropa - secondo il capo della
diplomazia tedesca - deve procedere a passo spedito verso una federazione; se non
sara possibile coinvolgere nel progetto tutti gli stati membri dellUnione
tanto peggio: vorra dire che un nucleo limitato di paesi fara da battistrada
come e gia successo altre volte nella recente storia europea. Se Fischer ha
fatto rumore, Chevenement ha fatto addirittura scandalo, con una dichiarazione in cui
rimproverava ai tedeschi un rapporto distorto col proprio passato che li porterebbe a
mettere costantemente in discussione il valore dello stato-nazione. Nellarticolo
scritto per il Nouvel Chevenement torna ora sullargomento ribadendo che a suo parere
lidea di una federazione degli stati europei non ha alcun futuro e che lunica
radice dellUnione europea risiede oggi come quaranta anni fa nel valore delle
nazioni che sono fonte di identita e sovranita. Il problema quindi a detta del
politico francese non sarebbe tanto andare oltre la nazione,quanto avvicinare
le une alle altre le diverse nazioni europee in modo che possano dialogare
costruttivamente a livello comunitario. Lesempio di tale dialogo e ancora una
volta il rapporto Francia-Germnia della seconda parte del Novecento: solo cosi si
potrebbero fare dei passi concreti sulla via di unintegrazione che non potra
mai comunque portare allabolizione del valore dei diversi popoli e delle diverse
nazioni. Addio quindi al sogno certo non solo tedesco di poter vedere nascere prima o poi
gli Stati Uniti dEuropa.
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