Argomento obbligato anche secondo Le Nouvel Observateur. In
occasione delle elezioni in Russia, infatti, il settimanale francese si presenta in
edicola con uno dei suoi tradizionali speciali: cinquanta pagine di dossier sui russi.
Sono tante le domande che il giornale si pone. "Come, appena liberatisi dal giogo
comunista, i russi hanno potuto consegnarsi ai despoti dell'ultraliberismo? Sono veramente
più poveri di prima? E più pericolosi?" Ma Le Nouvel Observateur indaga
anche sull'influenza - positiva o negativa? - dell'Europa sulla Russia: "Siamo
responsabili? Da più di due secoli, l'Occidente ha deciso di 'civilizzare' questo impero
e il suo popolo sconcertante, i russi. E' nel loro universo affascinante d'orgoglio e di
sottomissione - una sfida alla nostra Europa ragionevole e ragionante -che la redazione di
Obs si è immersa".
Lo speciale si apre con una lunga intervista al sociologo e demografo russo Anatoli
Vichnevski, dal titolo "L'eterno ritardo". Da secoli, racconta Vichnevski, le
élites russe cercano di modernizzare il paese a colpi di riforme volontaristiche e
brutali, ma si ritraggono sempre davanti a una vera modernizzazione, quella che darebbe la
vera libertà a propri cittadini. E' la stessa prospettiva assunta dal Nouvel
Observateur che ripercorrendo le vicende del popolo russo da Pietro il grande a
"Putin il piccolo", e approfondendo miserie e tragedie del quotidiano vivere
attuale, realizza una storia della maledizione che sembra avere colpito questo gigante a
cavallo tra Oriente e Occidente. Una storia dai mille risvolti, come le facce delle
persone che s'incontrano lungo lo speciale: gli abitanti di un condominio moscovita, i
ragazzi coinvolti nella prostituzione e nei racket criminali a San Pietroburgo, la
generazione K (ovvero i giovani capitalisti), i soldati in Cecenia, la mafia economica,
gli abitanti di un piccolo villaggio rurale dove vige il baratto, ma anche le popolazione
delle steppe a migliaia di chilometri da Mosca, dove gli ukase del Cremlino perdono ogni
risonanza. Per non parlare del prossimo presidente, a proposito del quale dice tutto il
titolo del servizio: "Come hanno fabbricato Vladimir Putin".