Caffe' Europa
Rassegna Internazionale




Speciale Russia

 

Andrea Pinchera


Le Nouvel Observateur, 22 marzo 2000

Argomento obbligato anche secondo Le Nouvel Observateur. In occasione delle elezioni in Russia, infatti, il settimanale francese si presenta in edicola con uno dei suoi tradizionali speciali: cinquanta pagine di dossier sui russi. Sono tante le domande che il giornale si pone. "Come, appena liberatisi dal giogo comunista, i russi hanno potuto consegnarsi ai despoti dell'ultraliberismo? Sono veramente più poveri di prima? E più pericolosi?" Ma Le Nouvel Observateur indaga anche sull'influenza - positiva o negativa? - dell'Europa sulla Russia: "Siamo responsabili? Da più di due secoli, l'Occidente ha deciso di 'civilizzare' questo impero e il suo popolo sconcertante, i russi. E' nel loro universo affascinante d'orgoglio e di sottomissione - una sfida alla nostra Europa ragionevole e ragionante -che la redazione di Obs si è immersa".

Lo speciale si apre con una lunga intervista al sociologo e demografo russo Anatoli Vichnevski, dal titolo "L'eterno ritardo". Da secoli, racconta Vichnevski, le élites russe cercano di modernizzare il paese a colpi di riforme volontaristiche e brutali, ma si ritraggono sempre davanti a una vera modernizzazione, quella che darebbe la vera libertà a propri cittadini. E' la stessa prospettiva assunta dal Nouvel Observateur che ripercorrendo le vicende del popolo russo da Pietro il grande a "Putin il piccolo", e approfondendo miserie e tragedie del quotidiano vivere attuale, realizza una storia della maledizione che sembra avere colpito questo gigante a cavallo tra Oriente e Occidente. Una storia dai mille risvolti, come le facce delle persone che s'incontrano lungo lo speciale: gli abitanti di un condominio moscovita, i ragazzi coinvolti nella prostituzione e nei racket criminali a San Pietroburgo, la generazione K (ovvero i giovani capitalisti), i soldati in Cecenia, la mafia economica, gli abitanti di un piccolo villaggio rurale dove vige il baratto, ma anche le popolazione delle steppe a migliaia di chilometri da Mosca, dove gli ukase del Cremlino perdono ogni risonanza. Per non parlare del prossimo presidente, a proposito del quale dice tutto il titolo del servizio: "Come hanno fabbricato Vladimir Putin".

 


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