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Vent’anni da Sartre: ritorna tra noi?

 

Raffaele Oriani

Nouvel Observateur, 19 gennaio 2000


Questa settimana il Nouvel Observateur cede ad un’abitudine non proprio elegante dei media di questi ultimi anni: con tre mesi di anticipo sul calendario questa settimana celebra il ventennale della morte di Jean-Paul Sartre. Il filosofo dell’impegno e dell’esistenzialismo muore infatti a Parigi il 15 aprile 1980 e pochi giorni dopo viene accompagnato alla tomba da una folla immensa di oltre cinquantamila persone. Da allora e’ scomparso dal dibattito pubblico, inghiottito dagli anni del riflusso e da quelli dell’indifferenza; messo da parte da altre figure e da altri temi (la rivoluzione tecnologica, la globalizzazione) che marcano sicuramente una distanza estrema dal suo mondo e dalle sue idee. Come celebrarlo quindi? Il Nouvel parte all’offensiva e annuncia una ahime’ abbastanza improbabile rinascenza sartriana, per cui il nuovo millennio si aprirebbe all’insegna del vecchio maestro del Quartier Latin. A confermare la ritrovata attualita’ di Sartre sarebbe la monumentale biografia dedicata all’autore del ‘Muro’ da Bernard Henri-Levy: 650 pgine che con la tipica autoreferenzialita’ francese si propongono addirittura di indagare ‘il secolo di Jean-Paul Sartre’. Lo speciale del Nouvel ci regala comunque un lungo intervento fitto di impressioni e di ricordi del direttore Jean Daniel, che di Sartre fu amico-nemico dal momento che apparteneva al campo avverso dei ‘camusiani’. Daniel ricorda i contrasti di allora e ci tiene a stemperarli nel mare grosso della storia e del cammino del pensiero che impone sintesi intellettuali anche dove i contrasti biografici furono piu’ accesi. E Daniel esprime la sua gratitudine di ebreo francese al Sartre delle ‘Riflessioni sulla questione ebraica’: fu infatti proprio Sartre a confutare l’esistenza stessa dell’ebreo in quanto tale e ad attribuirla alle ossessioni dell’antisemita che stravolge la realta’ fino a farla coincidere con le sue paure. Per l’ebreo laico Daniel quelle ‘riflessioni’ offrirono una terza via tra il recupero della fede dei padri e la fuga dalle tradizioni della propria gente. Forse quindi e’ proprio per riconoscenza a quel libro che Daniel oggi annuncia una rinascenza sartriana davvero tutta da verificare.


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