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Le Nouvel Observateur / Dittature: il Novecento in prima pagina


Raffaele Oriani

Le Nouvel Observateur, 22 settembre 1999

Copertina novecentesca per questo numero del Nouvel Observateur che per una settimana lascia le consuete inchieste di costume e vita vissuta per dedicarsi alla storia di questo nostro secolo di guerre e tirannie. Quattro dittatori per quattro ritratti: Hitler, Mussolini, Stalin e il suo fido Beria. E’ possibile fare una gerarchia del male? ci sono dittature piu’ digeribili di altre? In sostanza la rivista parigina ripropone la diatriba sulla comparabilita’ di crimini nazisti e crimini comunisti che anche in Francia l’anno scorso ha infiammato gli animi all’uscita del ‘Libro nero del comunismo’. Questo almeno nelle intenzioni di copertina. Si’, perche’ in realta’ i servizi all’interno oscillano tra la cronaca e la recensione di libri in uscita: grandi biografie, racconti esaustivi delle gesta dei dittatori citati. E il Nouvel pone l’accento soprattutto su Hitler su cui e’ in uscita la monumentale biografia di Ian Kershaw. Lo storico inglese propone le sue mille pagine sul Fuehrer dopo una vita passata a studiare il nazismo, la seconda guerra, la politica di sterminio. La domanda che sta alla base del libro e’ allora: quanto conta la personalita’ di un dittatore? Che importanza ha per lo storico indagarne i tratti piu’ personali? La risposta par di capire e’: l’importanza e’ decisamente relativa, visto che i germi del nazismo (razzismo, alternativa ordine/liberta’, fede nella guerra e nell’autorita’ assoluta) erano diffusi in Germania a prescindere da chi poi seppe raccoglierne i frutti per salire al potere. Certo, Hitler seppe interpretare gli umori piu’ neri di quel paese e seppe soprattutto approfittare della tragedia chiamata Prima guerra mondiale. Trovo’ insomma un paese allo sbando e ne approfitto’: fino a prenderne la cittadinanza (non tutti ricordano che Hitler e’ austriaco e diventa tedesco solo nel ’32) e impadronirsi dello Stato. Ritratto parallelo anche per Mussolini che il Nouvel non sa se rubricare tra i mostri o i semplici dittatori che hanno popolato la scena degli ultimi cento anni. Occasione del ripensamento e’ una biografia che, sulla scia dei lavori di De Felice, legge in fascismo come un’avventura dell’intera societa’ italiana e una dittatura che fino alle leggi razziali si differenzio’ grandemente rispetto al nazismo tedesco (ricevendo tra l’altro il plauso di Churchill e del Mahatma Gandhi).

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