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Le Nouvel Observateur / Perche’ il potere non e’ (ancora) donna

Raffaele Oriani

Le Nouvel Observateur, 8 settembre 1999

Donne in copertina questa settimana sul Nouvel. No, non e’ un cedimento alle lusinghe di fine estate ma l’ennesima inchiesta di costume del settimanale parigino che sembra ormai avere decisamente dirottato la propria attenzione dai luoghi e i temi della politica in senso stretto alla societa’ civile nel senso piu’ ampio del termine. Si parla quindi di donne, anzi di ragazze: perche’, si chiede il Nouvel Observateur, le studentesse di ogni ordine e grado sono piu’ brave dei loro colleghi mentre le posizioni di potere continuano ad essere troppo spesso appannaggio maschile? Perche’ insomma le ragazze pur essendo piu’ colte, piu’ concentrate, piu’ preparate non riescono a scalfire la "predominanza maschile" della societa’? L’interrogativo e’ stimolante e le risposte tutt’altro che militanti e per questo tutt’altro che scontate. Si cita qualche statistica che dimostra come le ragazze, lungi dal mancare di preparazione e qualita’ intellettive, mancano invece spesso di ambizione, furbizia, autostima. Non e’ un caso insomma che le studentesse si tengano spesso alla larga dalle autostrade del successo: in Francia frequentano poco il Politecnico, in Germania non amano il diritto, in Portogallo, dove le discipline scientifiche non sono ancora sinonimo di successo professionale, mostrano una sorprendente passione per la matematica. Solo un terzo delle liceali francesi che eccellono in matematica puntano poi a un baccalaureato scientifico (poco piu’ dei maschi mediocri); al liceo le ragazze sono la maggioranza, scendono al 42% quanto a maturita’ scientifica, rappresentano il 28% degli allievi dei corsi preparatori in scienze, il 22% degli studenti nelle facolta’ d’ingegneria, un misero 13% delle classi del Politecnico. Perche’? Le risposte sono documentate ma non per questo originali; non per i limiti dell’inchiesta, ma perche’ certi meccanismi educativi sembrano davvero non cambiare mai. Varie ricerche citate dal Nouvel dimostrano infatti che l’educazione delle ragazze continua ad essere improntata ad una visione soft del mondo che non favorisce lo spirito competitivo e le ambizioni personali. Ne’ a scuola ne’ in famiglia: se infatti i genitori continuano ad essere preoccupati della ‘riuscira’ dei figli e della ‘felicita’ delle figlie, i professori tendono naturalmente a dedicare piu’ attenzione ai ragazzi e a trattare le ragazze quasi da ‘assistenti pedagogiche’. Risultato: ottime allieve, ma professioniste poco preparate ad imporsi sulla concorrenza.

 

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