Caffe' Europa
Rassegna Internazionale




L’anno inutile di Chirac che arranca nei sondaggi



 Raffaele Oriani


Le Nouvel Observateur, 10 gennaio 2001

Nel numero in edicola questa settimana il Nouvel Observateur prova a capire chi vince e chi perde nella situazione di prolungata coabitazione che caratterizza ormai da un paio d’anni i piani piu’ alti della politica francese. Il presidente Chirac era convinto che alla lunga sarebbe toccato al primo ministro socialista Lionel Jospin scendere nel favore popolare, riconoscere l’impossibilita’ di governare un paese complesso come la Francia senza disporre di tutte le leve del potere e passare quindi la mano convocando elezioni anticipate o comunque uscendo sconfitto da quello che si preannuncia come il grande scontro del 2002: Chirac contro Jospin a contendersi lo scranno dell’Eliseo. Non sembra che le cose stiano andando esattamente cosi’, stando a quanto scrive il Nouvel che a un anno dall’ultima rilevazione e’ tornato ad affidarsi all’istituto di sondaggi Sofres e a interrogare i francesi sulle loro predilezioni politiche. Il risultato e’ chiaro e vede Jospin chiaramente in testa, mentre il presidente mostra la corda e a nulla sembra essere valso un anno di attivismo pubblico che pare invece avere seriamente pregiudicato il prestigio stesso dell’istituzione presidenziale. Probabilmente non sara’ valsa a molto nemmeno la condotta degli affari europei da parte del presidente francese, ma il Nouvel questo non lo dice preferendo mettere a fuoco limiti e pregi dei due contendenti sul terreno della politica interna, della crescita o della stagnazione economica e dell’avanzare o arrancare dei progetti di riforme strutturali dell’economia e della burocrazia statale. E’ quindi ancora e sempre Jospin il piu’ probabile candidato alla successione di Chirac all’Eliseo, sempre che il Primo ministro non si convinca che la vera posizione di potere nella Francia di oggi e’ quella di chi muove concretamente le leve dell’esecutivo e non quella di chi con qualche velleitarismo approfitta della visibilita’ della sua carica per mimare un’azione di governo che in realta’ non e’ in grado di esercitare. All’alba del nuovo millennio la Francia si scopre insomma un po’ meno presidenziale di quanto credeva di essere.


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