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Rassegna Internazionale




La tragedia di Dover: Europa senza strategia


Raffaele Oriani

Newsweek, 3 luglio 2000


Newsweek questa settimana dedica grande attenzione alla tragedia di Dover dove in un Tir proveniente dall’Olanda domenica 18 luglio (il giorno piu’ caldo dell’anno) le guardie di frontiera inglesi hanno ritrovato 58 corpi senza vita di giovani cinesi che tentavano di entrare illegalmente in Inghilterra. Il settimanale americano fa giustamente notare che quello di Dover e’ solo l’episodio piu’ clamoroso di una lunga scia di incidenti sulla via che porta alla fortezza del benessere europeo: sembra infatti siano centottanta solo quest’anno gli aspiranti immigrati clandestini morti nelle acque italiane, mentre un’associazione umanitaria olandese ha calcolato che sarebbero circa duemila i morti per le stesse cause a livello europeo. E’ una tragedia di proporzioni immani che ha essenzialmente tre cause: da una parte la pressione della poverta’ in gran parte del mondo, dall’altra il rifiuto degli europei di considerarsi terra di immigrazione e di dare quindi una possibilita’ a chi vorrebbe venire da noi ad assolvere a uno dei tanti lavori che gli europei non hanno nessuna intenzione di fare, in terzo luogo una vera e propria rete intercontinentale di trafficanti che, solo per gli espatri dalla Cina, pare incassi qualcosa come tre miliardi di dollari all’anno. I giovani morti di Dover provenivano da una delle province piu’ povere della Cina, quel Fujan in cui chiunque abbia raggiunto i vent’anni e sia di costituzione robusta parte per il grande viaggio che lo portera’ negli Stati Uniti o in Europa ad attraccare sulle costa inglesi, italiane o spagnole. Una volta ci si recava in una delle tante Chnatown degli States, ma da qualche anno Washington ha stretto una maglia fittissima di controlli alle frontiere e i cinesi hanno preso a venire in Europa. E’ un problema di difficilissima soluzione, ma certo sembra dire Newsweek, prima gli europei sviluppano una strategia di controllo e accoglienza e meglio sara’ per tutti: certo per gli immigrati non piu’ costretti a viaggiare e morire come bestie, ma anche per il business locale che ha un disperato bisogno di manodopera.


 

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