Visioni di Gesù Cristo
Andrea Pinchera
Newsweek, Newsweek, 27 marzo 2000
Per i cristiani è il figlio di Dio. Ma anche le altre principali
religioni del mondo hanno una propria idea a proposito della figura di Gesù Cristo. E
mentre papa Giovanni Paolo II vola in Terrasanta per ripercorrere le tappe del
cristianesimo e promuovere la riconciliazione tra popoli e fedi tradizionalmente in
conflitto, Newsweek dedica la propria copertina alle differenti "visioni di
Gesù" di ebrei, mussulmani, induisti e buddisti. Non è il solo tema forte della
settimana. In occasione delle elezioni in Russia, infatti, il settimanale americano
traccia un ritratto del candidato forte al Cremlino, Vladimir Putin, attraverso le sue
stesse parole. Come ex agente segreto, Putin ha lavorato a lungo nell'ombra, ma ora una
serie di interviste raccolte per un libro di prossima pubblicazione (First Person:
Vladimir Putin) offrono l'occasione di conoscere più fondo "l'uomo che vorrebbe
essere zar".
Ma torniamo a "l'altro Gesù". I mussulmani riconoscono in lui
un grande profeta e messaggero di Allah e lo venerano come Isa Ibn Maryam, il "figlio
di Maria", unica donna menzionata con il nome dal Corano. In India, invece,
esiste una forte tradizione che vuole Gesù in viaggio per l'Asia, dove avrebbe imparato
la meditazione yoga, prima di tornare sui luoghi della predicazione. Il Dalai Lama,
intervistato da Newsweek, trova a sua volta che alcuni degli insegnamenti di Cristo
riflettono concetti importanti nello sviluppo del buddismo. Per gli ebrei, ovviamente, la
questione è più controversa. Gli echi delle accuse di parte cristiana di avere spedito
il messia al martirio, una delle basi concettuali della persecuzione antisemita, non sono
ancora spenti nonostante gli sforzi del Vaticano. Essendo la figura di Gesù uno dei
principali elementi di controversia con i cristiani, la sua visione di parte ebraica
oscilla nei secoli - e nelle diverse correnti - tra un rifiuto misto anche a derisione
(nel medioevo vengono compilate parodie del Vangelo) e una rivendicazione delle radici,
nella quale il calvario può diventare una metafora dell'olocausto (Marc Chagall ritrae
Gesù morente tra simboli ebraici, mentre Elie Wiesel si ispira alla crocifissione per una
memorabile scena di tre ebrei impiccati a un albero). Oggi, in alcuni seminari ebraici, ai
candidati al rabbinato è richiesta la frequenza di un corso dedicato al Nuovo Testamento.
Gesù viene generalmente considerato un "ebreo di valore", anche se la sua
conoscenza al di fuori dei circoli religiosi e intellettuali rimane scarsa.
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