Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




Hackers: la grande incognita del Web


Raffaele Oriani

Newsweek, 21 febbraio 2000


Per Newsweek la notizia della settimana e’ l’attacco subito da alcuni dei maggiori siti internet mondiali da parte di un gruppo di ignoti hackers. Ignoti i colpevoli, ignote le motivazioni: secondo l’FBI, che e’ stata incaricata dal ministro della Giustizia Janet Reno di avviare indagini a tappeto per prevenire e reprimere la pirateria informatica, si potrebbe trattare sia di ragazzini con molto talento e pochissimi scrupoli, sia di sicari elettronici al soldo di aziende produttrici di strumenti per la sicurezza in Rete. Si’, una delle ipotesi piu’ plausibili al vaglio degli inquirenti e’ che qualcuno abbia voluto provocare a bella posta il panico per poter poi lucrare sulle possibili soluzioni al problema. Qualsiasi sia la motivazione lo choc comunque e’ grande. E’ stata infatti colpita la nuova frontiera della comunicazione e della crescita economica e ancora nessuno sa dire se si tratta di un fenomeno con cui e’ meglio imparare a convivere o di un’una tantum che probabilmente non si ripetera’ tanto presto. Nessuno sa dire nemmeno quali conseguenze questi attacchi potranno avere sulla diffusione dell’e-commerce a livello mondiale. Certo e’ che, a partire dal primo attacco al portal di Yahoo, si sono susseguite diverse incursioni ai siti piu’ prestigiosi in giro per il Web: Amazon, eBay, CNN, Buy.com. La tecnica e’ stata sempre la stessa: inondare il sito di una miriade di messaggi, di dati piu’ o meno arbitrari e coerenti, intasare le linee e impedire cosi’ il collegamento agli utenti normali dell’operatore. La contromossa dei tecnici di Yahoo! e’ stata abbastanza semplice, ma decisamente efficace: spostare il sito su un altro server e liberare cosi’ le linee aprendone di nuove. Dopo cinque ore di attacco, verso le 15.00 dello scorso lunedi’ gli utenti hanno potuto quindi riaccedere al loro fornitore preferito di news, mail, e ricerche sul web. Per questa volta in sostanza gli hackers si sono limitati a far rallentare per un paio d’ore la rapidissima circolazione internettiana: nessuno sa dire quale sara’ la loro prossima mossa.

 

 

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