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Newsweek / Summit Fmi: sereno variabile per i soldi del
mondo
Raffaele Oriani
Newsweek, 4 ottobre 1999
La prossima settimana si riuniscono i
plenipotenziari della finanza mondiale per lannuale meeting del Fondo Monetario
Internazionale e della Banca Mondiale. Che economia trovano i grandi in questo scorcio di
millennio? Certamente le crisi maggiori sembrano passate, lEuropa si e rimessa
in moto, il Giappone ha superato il momento piu nero della congiuntura recessiva, le
altre economie asiatiche danno chiari segni di ripresa. Tutto bene quindi? Apparentemente
si, o forse semplicemente si: sembra insomma che ci si stia avvicinando a quel
mitico nuovo ordine del pianeta che dovrebbe portare ad un lungo periodo di
prosperita e benessere. Eppure ce un ma e secondo Newsweek (in piena
sintonia con lEconomist di questa settimana) la grande incognita si chiama Wall
Street. Reggera il mercato americano alla nuova svolta congiunturale? Nessuno
puo garantirlo, tutti gli operatori guardano con qualche apprensione alle reazioni
della Borsa newyorchese. Il fatto e questo: per anni gli Usa hanno tollerato un
crescente deficit commerciale nei rapporti con i partners. I consumatori americani in
sostanza hanno retto il peso di uneconomia globale molto fragile in cui la domanda
diffusa andava progressivamente calando. Dallestero si e pero
ringraziato con corpose iniezioni di investimenti: i soldi che uscivano per acquistare
merci rientravano sotto forma di investimenti azionari. Ora la situazione cambia: la
domanda cresce anche fuori dagli Stati Uniti e con la domanda la voglia di investire.
Logico quindi che ci si aspetti una gigantesca riallocazione i risorse verso i mercati
europeo e americano: Wall Street ne risentira tutto sta a capire di quanto. A questo
problema si assommano le lezioni impartite dalle crisi degli scorsi anni: non basta una
buona crescita del PIL a garantire la crescita della societa e il raggiungimento di
una stabile, equilibrata prosperita. Indonesia, Corea, Sud America sono li ad
insegnarcelo. Cosa si diranno quindi i grandi riuniti nelle sale ovattate del Fondo
Monetario Internazionale? Che il mondo ha bisogno di stabilita, che Usa, Europa e
Giappone devono trovare il modo di neutralizzare gli scompensi congiunturali sul fronte
dei cambi e dellinterscambio commerciale, che vanno aiutati i paesi che sanno unire
crescita e trasparenza (come insegna la corruzione moscovita e quella di Giacarta).
Newsweek non lo dice, ma per aver sostenuto le stesse cose un anno fa Oskar Lafontaine
venne silurato come un fastidioso revenant del socialismo reale.
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