Africa: Charles Taylor ennesimo
dittatore
Raffaele Oriani
Newsweek, 14 maggio 2001
Questa settimana Newsweek sembra Time e dedica la copertina alla
finzione che si spaccia per realta’: la storia si ripete in farsa e
cosi’ e’ per la vicenda Pearl Harbour che sta per invadere i cinema
di mezzo mondo e viene presentato dal settimanale americano come un
perfetto surrogato di realta’. Ma a parte la copertina, Newsweek resta
un newsmagazine rispettabile e lo dimostra anche questa settimana
mandando uno dei suoi inviati in Liberia, stato immerso ormai da decenni
in una palude di violenza e dispotismo, in cui al momento spadroneggia
un colto signore della guerra di nome Charles Taylor. La Liberia non e’
un paese come gli altri, perche’ il suo lungo confine con la Sierra
Leone sconvolta dalla guerra civile ne fa uno degli snodi principali per
il commercio internazionale di diamanti. Taylor controlla il traffico
tra il suo paese e la Sierra Leone e dispone cosi’ di una fonte
inestinguibile di denaro che cementa i suoi rapporti con la guerriglia
dello stato confinante e con i tanti mercanti che in giro per il mondo
non vanno troppo per il sottile quando si tratta di commerciare nelle
preziosissime pietre. Il problema comunque non e’ Taylor, il problema
e’ la Liberia, se non addirittura l’Africa: il continente cui
Clinton aveva promesso una ‘nuova alba’ e’ in realta’ in uno
stato sempre piu’ miserabile in cui tra siccita’, miseria e violenza
pare davvero non esserci via di scampo. Tipico in questo senso il caso
Liberia, in cui ormai anche il piu’ disperato dei cittadini sta dalla
parte del presidente perche’ ha capito che cambiando i detentori del
potere non cambiano i metodi di governo. Sempre violenti, sempre
sprezzanti di qualsiasi elementare diritto umano. Tanto vale
risparmiarsi il classico interludio di guerra tra un dittatore e l’altro
e tenersi quello che passa il convento. Su questa sfiducia si regge il
potere di Charles Taylor.
|