Afghanistan: i talebani isolati si
scatenano contro i Buddha
Raffaele Oriani
Newsweek, 19 marzo 2001
Questa settimana Newsweek si occupa della distruzione delle statue di
Buddua da parte dei talibani afghani e ricostruisce la rete di ragioni
che possono aver portato i fanatici di Kabul a questo gesto di furia
iconoclasta apparentemente inspiegabile. I Buddha in questione non sono
solamente delle gran belle sculture, e non sono solamente un esempio di
interazione tra arte e natura, scavate come sono nel ventre delle rocce
della valle del Bamiyan. Essi infatti sono soprattutto delle
testimonianza storiche di eccezionale valore, come ebbe a dire Pierre
Cambon, curatore della colezione afghana del Guimet Museum di Parigi,
‘i reperti di Bamiyan sono l’anello che mancava alla storia dell’archeologia’.
Risalgono infatti ai primi secoli dell’era cristiana e testimoniano
dell’incredibile incontro della cultura classica e della cultura
buddhista lungo quella che gia’ dagli antichi greci era chiamata la
‘via della seta’. Sono insomma reperti che parlano delle imprese di
Alessandro Magno, della cultura ellenistica e della millenaria civilta’
che si rifa’ al principe Siddharta. Di tutto questo i taleban hanno
deciso di fare piazza pulita. Perche’? Essenzialmente per due ragioni:
per il loro odio ideologico che si dirige contro ogni presenza
preislamica nel paese e perche’ hanno avuto improvvisamente l’impressione
di non avere nulla da perdere. L’isolamento internazionale del regime
di Kabul in questi anni e’ infatti stato rotto solamente da Arabia
Saudita, Pakistan e Emirati Arabi Uniti, gli unici tre stati al mondo ad
avere riconosciuto il governo degli ‘studenti islamici’. Da parte
loro gli Usa hanno invece deciso di rifiutare ogni riconoscimento fino a
quando Kabul non avra’ consegnato alla giustizia degli States il
presunto capo terrorista Osama Bin Laden (nelle richieste Usa non si fa
invece parola dello stato di selvaggia segregazione in cui sono tenute
le donne del paese). L’impasse diplomatica avrebbe quindi convinto i
leader talebani a lasciare che le cose prendessero il loro corso ‘naturale’,
ovvero: distruzione di tutte le testimonianze pre-islamiche del paese,
costi quello che costi sul piano internazionale.
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