Licenziamenti in America: ed e’
solo l’inizio
Raffaele Oriani
Newsweek, 5 febbraio 2001
La scorsa settimana Newsweek ci rammentava che la New Economy e‘ una
solida realta‘, che i benefici della rivoluzione internettiana sono
ancora tutti di la‘ da venire e che le Cassandre verranno smentite
ancora una volta dai futuri successi del mercato. Nel numero in edicola
in questi giorni il settimanale americano titola invece a tutta pagina
‚Sei sicuro del tuo lavoro?‘. La crisi insomma avanza e con la crisi
il numero dei licenzamenti che a gennaio finira‘ probabilmente per
superare i dati di dicembre che gia‘ erano i peggiori da otto anni a
questa parte. Dopo i lunghi anni clintoniani delle vacche grasse l’America
riscopre insomma l’insicurezza e la paura per il posto di lavoro: non
sono piu‘ le imprese a corteggiare gli impiegati, ma i lavoratori a
doversi inventare strategie sempre piu‘ sofisticate per mantenere il
proprio posto o trovare in fretta un sostituto. Eppure, sostiene
Newsweek, l’atmosfera non e‘ ancora cupa e spesso i giovani alle
prese con la prima vera crisi della loro vita lavorativa la prendono con
una certa filosofia. Questo per due ragioni: da un lato i protagonisti
della new economy hanno sempre saputo che la montagna di benefici
economici nascondeva l’altra faccia della medaglia, ovvero il rischio
fatto sistema; dall’altro hanno un ottimismo difficile da scalfire,
abituati come sono a magnificare le virtu‘ del nuovo mondo. In
proposito c’e‘ addirittura chi sostiene le virtu’ del licenzamento:
‚Se ad un certo punto della vita non hai perso almeno un posto di
lavoro - dice ad esempio il manager di un’agenzia di cacciatori di
teste - vuol dire che non ti sei assunto abbastanza rischi‘. Battute a
parte, ci sono comunque alcuni segnali decisamente inquietanti, primo
fra tutti il fatto che i licenziamenti in corso sono misure, per cosi‘
dire, preventive: la crisi e‘ ancora tutta di la‘ da venire, ma le
aziende non vogliono farsi cogliere impreparate. Scotta ancora insomma l’esperienza
dei primi anni novanta, quando un colosso come GM attese di essere
sommersa dai conti in rosso prima di licenziare 74.000 operai (ritardo
che fra l’altro costo’ il posto anche al CEO di allora). Oggi GM
annuncia 15.000 licenziamenti alla fine del secondo anno piu‘
redditizio di tutta la sua storia. In America insomma ci si prepara al
grande freddo in arrivo.
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