Elezioni Usa: politici nelle mani
degli avvocati
Raffaele Oriani
Newsweek, 4 dicembre 2000
Secondo Newsweek l’interminabile appuntamento elettorale che sta
tenendo con il fiato sospeso l’America segna un ulteriore passo verso
l’abolizione dei confini tra dimensione legale e politica.
Probabilmente infatti saranno proprio i team legali dei due contendenti
a vincere o a perdere l’elezione: Gore e Bush hanno fatto il loro
lavoro che non si e’ concluso con un esito chiaramente riconoscibile,
ora la parola passa ai codici, ai cavilli, all’abilita’ delle troupe
di avvocati che si sono precipitati in Florida di far valere le ragioni
dello schieramento repubblicano o di quello democratico. Gli ingenui
pensavano che domenica sera potesse essere scritta la parola fine all’intera
vicenda: per quanto articolato il copione infatti sembrava prevedere un
chiaro finale nel momento in cui il ministro degli interni della Florida
avrebbe proclamato il vincitore della consultazione e quindi dei 25
decisivi voto elettorali dello stato del sud est. Non e’ andata cosi’:
i democratici hanno subito delegittimato l’annuncio che incoronava
George W. Bush e hanno annunciato di voler proseguire la conta fino al
chiarimento di ogni ragionevole dubbio. Gli americani assistono senza
apparente impazienza, convinti che non sia in causa la loro democrazia
ma solo l’esito di una pur decisiva consultazione elettorale. Fino a
quando comunque i legali potranno rubare la scena ai politici? Secondo
Newsweek la battaglia non sara’ eterna, perche’ la Corte suprema
americana ha tutta l’autorevolezza per decidere una volta per tutte
verso quale campo far pendere la bilancia. Paradossalmente sara’
quindi un’istituzione giudiziaria a riconsegnare alla politica lo
scettro autentico del potere per il momento in mano agli studi legali
piu’ famosi e pagati d’America.
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