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Aperture alla Cina : perche Clinton ha
ragione
Raffaele Oriani
The Economist, 25 maggio 2000
LEconomist dedica la copertina di questa settimana al prossimo voto del Congresso
americano sulla concessione alla Cina dello stato di paese con cui gli Stati Uniti
intrattengono permanent normal trading relations (PNTR). La posizione del
settimanale londinese e chiara ed argomentata: il Congresso deve votare a favore e
seguire il presidente Bill Clinton nello sforzo di integrare la Cina nel circuito
commerciale internazionale. I perche di questa scelta per lEconomist sono
essenzialmente due: da un lato la Cina non e il mostro che dipingono certi deputati
americani (ce chi e arrivato a chiedersi: perche mai
dovremmo concedere normali relazioni economiche alla Cina quando non le avremmo concesse
alla Germania di Hitler?) e dallaltro linterscambio commerciale
puo favorire la liberalizzazione della societa cinese, rafforzandone la
borghesia crescente e con cio stesso indebolendo la struttura granitica del partito
unico. La Cina effettivamente per accedere allinterscambio normale con
gli Stati Uniti e potere successivamente far parte dellOrganizzazione mondiale del
commercio (WTO) ha dovuto concedere molto: le imprese straniere saranno in sostanza
equiparate ad imprese cinesi, le tariffe doganali scenderanno da un media del 24% ad una
media del 9%, la presa della burocrazia sullinterscambio con lestero
sara molto meno forte che in passato. Certo, anche secondo lEconomist la
situazione dei diritti umani in Cina lascia alquanto a desiderare, ma il settimanale
londinese fa notare che a Pechino i principali oppositori dellapertura al mercato
occidentale sono proprio le burocrazie militari e lala conservatrice del partito
comunista. Il chiaro messaggio quindi e: signori del Congresso non fate un favore
alle forze che dite di volere contrastare.
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